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Netanyahu, 'entreremo a Rafah a prescindere dall'accordo'

Netanyahu, 'entreremo a Rafah a prescindere dall'accordo'

'Chi vuole impedirci di farlo ci dice di perdere la guerra' 

TEL AVIV, 18 febbraio 2024, 07:20

Redazione ANSA

ANSACheck

Benyamin Netanyahu © ANSA/EPA

Benyamin Netanyahu © ANSA/EPA
Benyamin Netanyahu © ANSA/EPA

Le truppe israeliane entreranno a Rafah a prescindere da un eventuale accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu nella conferenza stampa di stasera. "Anche se dovessimo ottenerlo, entreremo a Rafah", ha avvertito Netanyahu aggiungendo che "coloro che voglio impedirci di agire a Rafah, in pratica ci dicono di perdere la guerra. Così ho detto anche al presidente Biden".

"Forse sarà necessaria un'operazione militare al nord", ha aggiunto Netanyahu riferendosi allo scontro con gli Hezbollah in Libano. Il premier ha poi confermato che le richieste di Hamas per un cessate il fuoco "sono folli". "Il loro significato è sconfiggere Israele e noi - ha aggiunto - non lo possiamo accettare". Poi ha ribadito che solo "una pressione militare forte e trattative determinate porteranno al ritorno degli ostaggi". Il premier ha quindi confermato l'operazione a Rafah, previo "lo sgombero dei civili verso zone sicure".

I ministri degli Esteri del G7 hanno "chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la difficile situazione di 1,5 milioni di civili che si rifugiano a Rafah, ed hanno espresso profonda preoccupazione per le conseguenze potenzialmente devastanti sulla popolazione civile di un'ulteriore operazione militare su vasta scala da parte di Israele in quella zona". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco.

"I membri del G7 hanno espresso l'intenzione di lavorare per pause prolungate e durature nelle ostilità" a Gaza "che portino a un cessate il fuoco sostenibile e per l'attuazione urgente delle risoluzioni Onu UNSCR 2712 e 2720, compresi corridoi per facilitare l'assistenza urgentemente necessaria, lo spostamento dei civili e il rilascio degli ostaggi".

"Forse sarà necessaria un'operazione militare al nord". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu riferendosi allo scontro con gli Hezbollah in Libano. Netanyahu ha poi confermato che le richieste di Hamas per un cessate il fuoco "sono folli". "Il loro significato è sconfiggere Israele e noi - ha aggiunto - non lo possiamo accettare". Poi ha ribadito che solo "una pressione militare forte e trattative determinate porteranno al ritorno degli ostaggi". Il premier ha quindi confermato l'operazione a Rafah, previo "lo sgombero dei civili verso zone sicure".

Truppe israeliane continuano ad operare nell'ospedale Nasser di Kahn Yunis - nel sud della Striscia - dove hanno "arrestato circa 100 sospettati di attività terroristica". Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui l'operazione "si basa su informazioni dell'intelligence in base alle quali Hamas conduce la sua attività di terrore all'interno dell'ospedale stesso". Attorno alla zona dell'ospedale, inoltre, sono stati "uccisi terroristi". Le operazioni continuano anche nel resto della città e nel centro della Striscia. 

Hamas ai fini di un eventuale accordo per il cessate il fuoco non accetterà "niente altro che una completa fine dell'aggressione, il ritiro dell'esercito d'occupazione da Gaza e la rimozione dell'ingiusto blocco della Striscia", ha detto il leader di Hamas Ismail Haniyeh su Telegram accusando Israele per la mancanza di progressi nei negoziati su una possibile intesa. Haniyeh ha insistito anche su un altro: quello della liberazione "dei prigionieri palestinesi che scontano pene di lunga durata". Richieste che Israele ha già respinto in passato come "irricevibili". 

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha definito "assolutamente essenziale" che Israele assicura la "protezione dei civili" nella Striscia di Gaza.

Sul Medio Oriente il G7 "punta a garantire la sicurezza dello stato di Israele, chiediamo l'immediata liberazione degli ostaggi, lavoriamo a una de-escalation e chiediamo una sospensione dei combattimenti sia per garantire la liberazione degli ostaggi sia per far arrivare aiuti ai civili che sono vittime di Hamas". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Wp, 'video mostra impiegato Unrwa in azione il 7 ottobre' 

Il Washinton Post ha pubblicato un frame di un video - diffuso dal ministero della difesa israeliano di Yoav Gallant - in cui si mostra un impiegato dell'Unrwa ripreso lo scorso 7 ottobre "mentre rimuove il corpo inerte di un israeliano a cui era stato sparato nel Kibbutz Beeri, per poi andarsene" con il cadavere. L'impiegato dell'Unrwa - Faisal Ali Musalam Naami - fa parte dei 12 dipendenti dell'Agenzia dell'Onu che sono stati denunciati da Israele - come confermato dallo stesso Gallant - in quanto membri di Hamas e di aver sostenuto o partecipato al massacro del 7 ottobre scorso. E' la prima volta che si vede il fotogramma del video.

Nyt, Israele dietro gli attacchi a due gasdotti iraniani

Israele ha effettuato attacchi segreti contro due importanti gasdotti all'interno dell'Iran, interrompendo il flusso di calore e gas da cucina verso province con milioni di persone: lo scrive il New York Times citando due funzionari occidentali e uno stratega militare affiliato al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane.

Gli attacchi, secondo il Nyt, rappresentano un notevole cambiamento nella guerra ombra che Israele e Iran conducono da anni attraverso attacchi aerei, terrestri, marittimi e informatici. Israele, ricorda il quotidiano, ha a lungo preso di mira i siti militari e nucleari all'interno dell'Iran e ha assassinato scienziati nucleari e comandanti militari iraniani, sia all'interno che all'esterno del paese. Israele ha anche sferrato attacchi informatici per disabilitare i server appartenenti al ministero del petrolio, provocando disordini nelle stazioni di servizio in tutto il Paese. Ma l'esplosione di parte dell'infrastruttura energetica del Paese, su cui fanno affidamento industrie, fabbriche e milioni di civili, segna un'escalation in questa guerra segreta e sembra aprire una nuova frontiera, sostengono hanno i dirigenti e gli analisti contattati dal Nyt. Gli attacchi ai gasdotti richiedono una profonda conoscenza delle infrastrutture iraniane e un attento coordinamento, specialmente perché le due pipeline sono state colpite in più punti contemporaneamente.

Blinken, Israele ha l'opportunità di integrarsi in Medio Oriente 

Nei prossimi mesi c'è "una straordinaria opportunità" per Israele di integrarsi nel Medio Oriente poiché i Paesi arabi sono disposti a normalizzare i legami con lo Stato ebraico: lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, citato dal Guardian. Intervenendo ad un panel alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, Blinken ha anche sottolineato l'imperativo "urgente" di procedere con uno Stato palestinese che garantisca anche la sicurezza di Israele. "Praticamente ogni Paese arabo" ora "vuole integrare Israele nella regione, normalizzare le relazioni se non lo ha già fatto, fornire garanzie e impegni in materia di sicurezza in modo che Israele possa sentirsi sempre più protetto", ha affermato. "Allo stesso tempo, sono in corso sforzi concreti, guidati dai Paesi arabi, per riformare, rivitalizzare, rinnovare l'Autorità Palestinese in modo che possa essere più efficace nel rappresentare gli interessi del popolo palestinese e possa essere un partner migliore per Israele in futuro", ha aggiunto Blinken.

Tajani, carneficina di israeliani e palestinesi deve finire

Per il Medio Oriente "l'unica soluzione possibile è quella di due popoli e due Stati, lo diciamo in maniera molto chiara a tutti. E' ovvio che c'è chi non vuole che questo obiettivo si raggiunga ma noi vogliamo la pace e che finisca questa carneficina che ha portato alla morte di migliaia di persone, di civili israeliani e palestinesi. Questa carneficina deve finire". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza di Monaco.

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