"Ad una settimana di distanza da
quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha
approvato la risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco
immediato, e dopo solo alcuni giorni da quando la Corte
internazionale di Giustizia ha emesso ulteriori misure
provvisorie a proposito della causa per genocidio sostenuta dal
Sudafrica contro Israele, gli Stati devono ancora agire con
urgenza per garantirne l'applicazione e prevenire crimini di
atrocità a Rafah, mentre prosegue l'escalation degli attacchi".
È questo l'appello lanciato oggi da 13 Organizzazioni umanitarie
e per i diritti umani, tra le quali c'è anche Save the Children.
"La settimana scorsa, il governo israeliano ha chiarito la
propria intenzione di espandere le operazioni militari a Rafah
indipendentemente dalla risoluzione giuridicamente vincolante
del Consiglio di sicurezza dell'Onu che chiede un cessate il
fuoco immediato", si legge in una nota. "Nell'ultima settimana a
Rafah questo scenario ha iniziato a realizzarsi. I bombardamenti
israeliani, infatti, solo tra il 26 e il 27 marzo hanno ucciso
almeno 31 persone, tra le quali14 bambini. Le Organizzazioni
umanitarie e per i diritti umani hanno lanciato l'allarme
ripetutamente su una pianificata incursione di terra israeliana
a Rafah che promette di decimare la vita e compromettere la
possibilità di aiuti di prima necessità per oltre 1,3 milioni di
civili, tra questi ci sono almeno 610.000 bambini che sarebbero
ora sulla linea diretta del fuoco".
Secondo Save the Children, "non esiste un piano di
evacuazione fattibile o condizioni che possano proteggere i
civili nel caso in cui un'incursione di terra dovesse essere
portata avanti. Per rispettare il divieto assoluto di
trasferimento forzato e deportazione di civili previsto dal
diritto internazionale umanitario, Israele è obbligato ad
adottare "tutte le misure possibili" per fornire ai civili
evacuati beni di prima necessità per la sopravvivenza e garanzie
di un ritorno sicuro e dignitoso una volta terminate le
ostilità. Tali misure includono la garanzia di sicurezza e
protezione adeguate, alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari,
assistenza sanitaria e nutrizione. Ad oggi non esiste alcun
posto del genere né all'interno né all'esterno di Gaza".
"Gli Stati devono ora intraprendere azioni urgenti per
garantire l'attuazione immediata di un cessate il fuoco
permanente ed esplorare tutte le opzioni disponibili per
proteggere i civili, in linea con i loro obblighi ai sensi del
diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Qualunque
azione in meno non è semplicemente un fallimento. Qualunque
azione in meno non rispetterà gli obblighi morali, umanitari e
legali", conclude la nota.
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