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Israele attende la risposta dell'Iran, Hamas nomina Sinwar successore di Haniyeh

Israele attende la risposta dell'Iran, Hamas nomina Sinwar successore di Haniyeh

Blinken: 'ora decida sulla tregua'. Hezbollah: la punizione ci sarà. Putin a Khamenei: evitare vittime civili. Austin: non tollereremo attacchi contro truppe Usa

TEL AVIV, 07 agosto 2024, 09:31

Redazione ANSA

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Israel continues air strikes on Gaza Strip © ANSA/EPA

Israel continues air strikes on Gaza Strip © ANSA/EPA

Ore di grande tensione in Medio Oriente per le voci di attacchi imminenti da parte dell'Iran in risposta a Israele per aver decapitato la leadership di Hamas.

Nell'ambito delle iniziative del Pentagono per aiutare a difendere Israele da possibili attacchi da parte dell'Iran e dei suoi alleati e per salvaguardare le truppe statunitensi, una dozzina di caccia F/A-18 della portaerei Uss Theodore Roosevelt sono diretti verso una base militare in Medio Oriente. Lo ha dichiarato - secondo quanto riporta l'Ap sul proprio sito - un funzionario statunitense precisando che i caccia e un aereo da sorveglianza E-2D Hawkeye sono decollati dalla portaerei nel Golfo dell'Oman e sono arrivati ;;alla base non divulgata lunedì scorso. Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha ordinato l'aumento della presenza militare nella regione, poiché i funzionari sono preoccupati per l'escalation della violenza in Medio Oriente.

"Sta al capo di Hamas Sinwar decidere sulla tregua a Gaza". Lo ha detto il segretario di Stato americano,Antony Blinken, parlando con i giornalisti ad Annapolis, in Maryland. L'Iran e Israele devono "evitare l'escalation del conflitto" in Medio Oriente, ha aggiunto. "Non tollereremo attacchi contro le truppe Usa in Medio Oriente", ha detto  da parte sua il capo del Pentagono, Lloyd Austin. 

"La nomina dell'ultraterrorista Yahya Sinwar a nuovo leader di Hamas, al posto di Ismail Haniyeh, è un'ulteriore valida ragione per eliminarlo rapidamente e cancellare questa vile organizzazione dalla faccia della terra". Lo scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. 

Yahya Sinwar è stato proclamato capo politico di Hamas e quindi successore di Ismail Haniyeh, ucciso sei giorni fa a Teheran in una foresteria dei pasdaran. Un omicidio che ha scatenato il desiderio di vendetta di Teheran atteso nelle prossime ore. "Il movimento di resistenza islamica Hamas annuncia la nomina del leader Yahya Sinwar a capo dell'ufficio politico del movimento".
E ancora: "Un forte messaggio di resistenza" inviato a Israele a dieci mesi dall'inizio della guerra a Gaza. "Un messaggio forte all'occupante che Hamas sta continuando sulla via della resistenza", ha detto un funzionario della fazione palestinese.
Una decisione che spariglia le carte e dimostra che chi comanda dentro Hamas è lui, "il terrorista fino al midollo, l'ideatore del massacro del 7 ottobre", Yahya Sinwar. Che ora, secondo gli analisti, dopo la morte di Haniyeh ha "le mani libere" per decidere da solo come continuare a combattere contro Israele, gestire i colloqui - sospesi al momento - per la tregua e il rilascio degli ostaggi. Nascosto dentro i tunnel di Gaza da dieci mesi, Sinwar ha mostrato questa sera al mondo tutto il suo potere. Spazzando via con una nota ufficiale il leader politico in pectore, evidentemente acclamato solo da Doha e Teheran, Muhammad Ismail Darwish, capo del Consiglio della Shura e vero "boss dell'impero economico e finanziario di Hamas". La figura ombra che da anni dirige i trasferimenti di denaro dall'Iran alla milizia islamica e negli investimenti in tutto il mondo, è stata liquidata nel giro di qualche ora. La comunicazione tra lui e Darwish - hanno sottolineato in mattinata analisti israeliani - "non è così fluida e corrente". Certamente la nomina del tesoriere di Hamas a capo politico, annunciata ampiamente dai media arabi in giornata e data come assodata, non è piaciuta sotto i tunnel della Striscia. E Sinwar ora si è preso interamente Hamas.
La previsione era arrivata pochi giorni fa dall'esperto di Medio Oriente Michael Milshtein: "Con la morte di Haniyeh, Sinwar è l'uomo che veramente comanda nella Striscia. Lui disprezzava Haniyeh perchè era tra quelli in giacca e cravatta, senza esperienza militare, che non hanno sofferto in prigione come lui e non capiscono che la visione è la jihad, non i progetti politici", aveva commentato. Per l'analista, alla morte di Haniyeh, Sinwar "non ha brindato, ma sicuramente la sua uccisione ha creato uno spazio operativo più confortevole".
Effettivamente ora sulla strada di Sinwar non c'è più nessuno.
Nessun capo politico da Doha, che viaggia tra le capitali arabe e tesse trame politiche che possono disturbare il sonno di Gaza.
Sinwar è rimasto solo. Anche personalmente, poiché gli uomini a lui più vicini sono stati eliminati da Israele. Prima fra tutti l'amico di sempre, il fidatissimo Muhammad Deif, ucciso in un edificio nel sud della Striscia il 13 luglio. Anche lui terrorista nell'animo, e architetto del male nella pianificazione dell'assalto a Israele il 7 ottobre. Ora tutto è nelle mani di Sinwar, sporche di sangue.
Betty Lahat, ex direttrice del carcere dove era detenuto, in Israele, lo descrive come un uomo volubile come un gatto, ma anche fragile e codardo come quando gli venne comunicato che aveva un cancro alla testa, curato poi con successo dai medici israeliani. E l'analista israeliano Ehud Yaari, che lo intervistò durante la prigionia, lo definisce "uno psicopatico astuto e sofisticato". Mentre Michael Koubi, ufficiale dello Shin Beth che lo interrogò per ore durante la sua prigionia, lo ricorda come un essere "duro e privo di emozioni , con gli occhi di un assassino".
Sinwar tornò in libertà nello scambio tra mille detenuti palestinesi e il soldato Gilad Shalit tenuto per 5 anni e mezzo nei tunnel, con una decisione presa dal premier Benyamin Netanyahu. Per l'Idf "c'è solo un posto per Sinwar. Ed è accanto a Deif". 

A una settimana dall'omicidio di Ismael Haniyeh a Teheran, la comunità internazionale resta con il fiato sospeso in attesa della rappresaglia iraniana contro Israele. Il regime degli ayatollah ha già comunicato agli ambasciatori stranieri la sua intenzione di colpire lo Stato ebraico ed ha iniziato la manovre preparatorie, spostando i lanciamissili, ma allo stesso tempo sembra aver preso ancora tempo, come suggerisce la convocazione per domani di una riunione con i Paesi arabi. Per Hassan Nasrallah si tratta di una precisa strategia: "L'attesa è parte della punizione", ha avvertito il leader di Hezbollah, promettendo un attacco di tutto l'asse sciita, inclusi gli Houthi. Un proclama preceduto dal sorvolo dei caccia israeliani su Beirut, a bassa quota, come atto di sfida. Dopo un'ennesima giornata di scambi di colpi tra l'Idf e le milizie libanesi, che hanno schierato anche i droni Shahed.
In Iran, oltre ai proclami dei leader politici, si sono attivati anche i militari per preparare la vendetta per la morte del capo di Hamas. Gli americani hanno visto spostare postazioni di lancio razzi e registrato esercitazioni dal fine settimana.
Inoltre il capo delle forze aeree dell'esercito iraniano Ali Reza Sabahifard ha annunciato l'apertura di "un centro di avanguardia per la guerra elettronica nell'est del Paese.
L'arsenale della potenza sciita si poi è arricchito con l'arrivo dalla Russia di apparecchiature avanzate di difesa aerea e radar, munizioni e missili balistici Iskander, che hanno fatto danni alle infrastrutture ucraine.
I segnali della diplomazia fanno pensare che l'attacco non avverrà nelle prossime ore. L'Organizzazione per la cooperazione islamica, con sede a Jedda, ha infatti reso noto che si riunirà mercoledì su richiesta di "Palestina e Iran", per discutere gli sviluppi nella regione. A tenere alto l'allarme per Israele ci ha comunque pensato il principale alleato degli ayatollah, Nasrallah. "Hezbollah risponderà, l'Iran risponderà, lo Yemen risponderà e il nemico attende, osserva e valuta ogni reazione.
La cosa principale è che ci siano determinazione e capacità", ha sottolineato il leader del Partito di Dio durante un elogio funebre per l'uccisione del suo braccio destro, il comandante Fuad Shukr. E nello spirito di una "battaglia che è anche psicologica" con il nemico di sempre, ha aggiunto: "La nostra risposta arriverà da sola o come parte di una risposta collettiva da parte dell'intero fronte", il cosiddetto asse della resistenza delle milizie sciite. Come quelle irachene, ad esempio, che lunedì notte hanno colpito con due missili la base americana di Al-Asad, provocando diversi feriti tra il personale Usa. Tutto questo mentre Hamas ha deciso di rimpiazzare Haniyeh alla guida dell'ufficio politico con il più falco tra i falchi: Yahya Sinwar, il capo della fazione a Gaza e la mente del 7 ottobre, ricercato numero uno di Israele.
A Washington l'ipotesi di un attacco coordinato è presa in seria considerazione. Secondo Axios l'intelligence ha fornito a Joe Biden e Kamala Harris uno scenario con due ondate, una da Hezbollah e una dall'Iran e da molti dei suoi altri gruppi affiliati nella regione. Anche se, è stato riferito, gli avversari di Israele non hanno ancora deciso esattamente come agire.
Nello Stato ebraico l'allerta resta altissima. Nel Golan le autorità locali hanno chiesto ai residenti di restare vicino ai rifugi e ridurre al minimo gli spostamenti. Dopo che Hezbollah ha lanciato uno sciame di droni e una raffica di razzi verso le alture contese e la Galilea, facendo suonare più volte le sirene d'allarme.
Con l'attacco iraniano che sembra ormai una questione di quando, e non di se, le principali cancellerie si muovono insieme con i partner regionali per evitare il peggio. Biden ha assicurato che gli Usa sono "pronti a difendere Israele", ma il suo segretario di Stato, Antony Blinken, ha chiarito che "siamo impegnati 24 ore su 24 per chiedere a tutte le parti di astenersi dall'escalation". E' molto attiva anche Roma. La premier Giorgia Meloni ha sentito re Abdallah di Giordania, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato con il collega di Amman e con quello egiziano. Anche Vladimir Putin si è mosso per evitare lo scoppio di una guerra aperta. Il presidente russo, pur continuando ad armare gli iraniani, ha inviato un messaggio alla Guida Suprema Ali Khamenei lanciando un appello perché vengano risparmiati i civili israeliani 

 

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