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Strage senza fine a Gaza, 17 morti nel raid su una scuola

Strage senza fine a Gaza, 17 morti nel raid su una scuola

Doha: 'Nuovi contatti con Hamas'. Domenica vertice dei mediatori

ROMA, 25 ottobre 2024, 07:39

Laurence Figà-Talamanca

ANSACheck
People inspect destruction next to a partially-collapsed tent shelter in the yard of the Shuhada © ANSA/AFP

People inspect destruction next to a partially-collapsed tent shelter in the yard of the Shuhada © ANSA/AFP

La morte di Yahya Sinwar, la spietata mente del massacro di civili israeliani del 7 ottobre, non è bastata a fermare la guerra a Gaza, dove i raid dello Stato ebraico continuano a mietere centinaia di vittime: "770 solo negli ultimi 19 giorni", secondo la Protezione civile palestinese, e solo nel nord della Striscia, dove l'Idf ha avviato una nuova offensiva nella convinzione che Hamas vi si stia riorganizzando. L'eliminazione del leader politico dell'organizzazione terroristica potrebbe invece aver avuto un risvolto positivo, quello del rilancio dei negoziati per una tregua e il rilascio degli ostaggi che dopo lo stallo degli ultimi mesi dovrebbero riprendere domenica prossima in un primo incontro tra il Mossad e i mediatori di Usa, Qatar ed Egitto.
    Ma intanto a Gaza si continua a morire: i servizi di soccorso gestiti da Hamas segnalano almeno 17 morti e 42 feriti nell'attacco su un'ex scuola di Nuseirat, diventata rifugio per sfollati. Secondo l'ospedale Al Awda, citato da Sky News, tra le vittime ci sono anche bambini. L'Idf, dal canto suo, ha dichiarato che nella 'Scuola dei Martiri' si nascondeva un gruppo di agenti di Hamas che pianificava e realizzava attacchi contro Israele. L'esercito israeliano ha inoltre riferito di aver ucciso decine di membri di Hamas e arrestato oltre 200 sospetti terroristi anche nella zona di Jabaliya, martoriata da raid aerei e operazioni di terra. "Jabaliya sta cadendo, e questo è un altro crollo psicologico", ha spronato il capo di stato maggiore Herzi Halevi mercoledì in visita alle truppe nella cittadina del nord della Striscia. "E se eliminiamo il comandante della Brigata di Gaza settentrionale, sarà un altro crollo ancora. Non so cosa incontreremo domani, ma questa pressione ci avvicina a più risultati", ha aggiunto.
    Israele "vuole svuotare" la Striscia di Gaza dalla popolazione palestinese, ha accusato il presidente dell'Anp Abu Mazen parlando al vertice dei Brics in Russia. Mentre dalla conferenza di Parigi per il Libano (che ha raccolto un miliardo di euro di aiuti, di cui 200 milioni per l'esercito regolare di Beirut), Emmanuel Macron è tornato ad ammonire Benyamin Netanyahu con parole infuocate: "Si parla molto di guerra di civiltà. Non sono sicuro che si difenda una civiltà seminando noi stessi la barbarie", ha detto il capo dell'Eliseo riferendosi alle parole del premier israeliano che rivendica di difendere la civiltà giudaico-cristiana nelle guerre a Gaza e in Libano. E, deplorando il mancato assenso israeliano alla proposta franco-americana per una tregua di 21 giorni con Hezbollah lanciata a settembre, Macron ha incalzato: "Più vittime e più raid non permetteranno di farla finita con il terrorismo, né di garantire la sicurezza di tutti". "Serve un cessate il fuoco in Libano", ha insistito il presidente francese, mentre Israele continua a dare la caccia ai miliziani filo-iraniani bombardando il sud del Paese e i sobborghi meridionali di Beirut. Diciassette i raid sulla capitale libanese nella sola serata di mercoledì che l'agenzia di stampa Ani ha definito "i più violenti" dall'inizio delle ostilità, mentre Hezbollah ha sparato decine di razzi e missili ogni giorno verso il territorio israeliano: 5 i feriti nelle ultime ore, mentre 4 riservisti dell'Idf sono stati uccisi nei combattimenti sul terreno.
    In Libano come a Gaza serve una de-escalation, è la convinzione unanime della comunità internazionale, mentre Israele sembra almeno voler rinviare la risposta all'attacco missilistico dell'Iran dopo che i suoi piani sono finiti online per una fuga di notizie dal Pentagono. Dopo l'incontro di due giorni fa con Netanyahu, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha concluso a Doha il suo undicesimo viaggio nella regione con un primo timido risultato, nella speranza che si concretizzi prima delle elezioni americane del 5 novembre: l'incontro di domenica prossima in Qatar tra il capo del Mossad David Barnea, quello della Cia William Burns, il direttore dell'intelligence egiziana Hassan Rashad e il premier qatarino Mohammed ben Abdelrahmane Al-Thani, per riprendere i negoziati su Gaza. Al tavolo Hamas sarà il convitato di pietra, ma al Thani ha assicurato che "i contatti" tra i mediatori e la fazione palestinese "sono ripresi" proprio dopo la morte di Sinwar. Per porre fine alla guerra "stiamo valutando diverse opzioni", ha detto Blinken, in attesa di capire se Hamas sia "pronto a impegnarsi".
    A Mosca, dove era in visita, il il numero due dell'ufficio politico di Hamas, Abu Marzouk, ha assicurato al viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov che i primi due ostaggi che verranno liberati in caso di accordo saranno i cittadini russi-israeliani Alexandre Troufanov e Maxin Herkin. Ma un ennesimo drammatico appello è arrivato dalle famiglie dei rapiti: dopo oltre un anno di prigionia l'intesa preveda, questa volta, il rilascio di "tutti i 101 ostaggi in un'unica fase".
    
   

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