(di Francesco Rodella)
La crisi per il Covid ha portato
Italia e Spagna a "un'intensificazione evidente" dei rapporti
bilaterali. Sino a sviluppare una "voce comune" che verrà messa
in campo anche in occasione del prossimo vertice Nato, in
programma a Madrid tra il 28 e il 30 giugno, per far sì che "non
venga meno" l'attenzione per il "fianco Sud" dell'Europa, benché
nel frattempo la priorità sia l'Ucraina. Lo afferma in
un'intervista all'ANSA l'ambasciatore italiano a Madrid,
Riccardo Guariglia. Perché — aggiunge a due anni esatti dal suo
arrivo nella capitale spagnola — "migrazioni, instabilità o
sviluppo del terrorismo" nell'area mediterranea restano sfide
attuali per entrambi questi "Paesi frontiera".
Grazie al fatto che i due governi ora dialogano "molto di più
di quanto non succedesse in passato", Roma e Madrid hanno già
portato a casa risultati come l'assegnazione dei fondi del Next
Generation EU, ottenuta — sottolinea Guariglia — spalleggiandosi
reciprocamente a Bruxelles. La sintonia è poi proseguita anche
sulla questione energetica, come constatato dall'ambasciatore
stesso nel corso dell'ultima visita del premier spagnolo Pedro
Sánchez a Roma, in occasione di un incontro con Mario Draghi e i
capi di governo di Portogallo e Grecia. Affinità che non viene
scalfita dal fatto che, per emanciparsi progressivamente dalla
necessità di materie prime russe, l'Italia stia ora guardando a
partner strategici spagnoli come l'Algeria. "La Spagna capisce
benissimo che l'Italia ha una necessità di approvvigionarsi di
gas", afferma il diplomatico. Senza dimenticare che, per quanto
riguarda la guerra in Ucraina, entrambi i Paesi "intervengono
nella stessa maniera a supporto dell'Ucraina e delle posizioni
comuni europee".
In parallelo ai temi di più stretta attualità, un altro
ambito di collaborazione è quello tra forze dell'ordine, in
particolare nella lotta alle mafie che tentano di penetrare in
Spagna. "Funziona molto bene, perché porta risultati", dice
Guariglia, che sottolinea i frequenti arresti frutto di
operazioni congiunte.
Uno dei prossimi passi del consolidamento delle relazioni tra
Italia e Spagna sarà la firma di un "trattato di cooperazione
rafforzata", sulla falsariga di quello firmato a novembre scorso
tra Roma e Parigi. E intanto, la comunità italiana in Spagna
vive ormai da diversi anni una fase di forte crescita. "Nel
2000", dice Guariglia, "i residenti erano circa 40.000, mentre
oggi sono 400.000": in altre parole, un ritmo di incremento
medio annuo "del 5%". Espansione "che continua" attualmente e
che, in alcuni territori iberici, come le Canarie — dove è stato
aperto di recente un vice-consolato — è anche superiore,
arrivando "all'8%". Senza contare collettivi specifici come, in
particolare, gli studenti Erasmus. Secondo l'ambasciatore, tra i
fattori decisivi di questa tendenza c'è il forte "intendimento"
di base tra le società civili dei due Paesi, che porta a
stringere rapporti comuni in svariati ambiti. "Ci sono
tantissimi italiani che lavorano qui, a tutti i livelli", dice
Guariglia: "Considero ogni italiano residente in Spagna un vero
e proprio ambasciatore del proprio Paese".
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