Sono sempre di più le donne
interessate alla scienza, sia in Italia che in Africa e Medio
Oriente, ma spesso l'accesso alle carriere non è semplice, e a
dirlo sono i numeri e le storie personali emersi da un evento
promosso dall'Ambasciata d'Italia al Cairo in occasione della
'Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella
scienza'.
L'incontro, intitolato 'Science, she says!', è stato aperto
dall'ambasciatore d'Italia al Cairo Michele Quaroni che,
ricordando che questo è anche il nome di un premio istituito nel
2022 dal Ministero degli Esteri e ora replicato dall'Ambasciata
in Egitto, ha osservato che "le scienziate conducono ricerche
all'avanguardia in tutto il mondo e contribuiscono a scoperte
straordinarie e progressi straordinari. Tuttavia, sono ancora
sottorappresentate in questi campi e il loro lavoro spesso non
ottiene il riconoscimento che merita". Ha inoltre aggiunto che
"l'educazione è la chiave per aumentare e stabilizzare le
opportunità di lavoro e una maggiore inclusione delle donne nel
campo della scienza e della tecnologia, non solo permette di
tendere all'uguaglianza di genere, ma rappresenta un vantaggio
anche per la società civile e il mondo del lavoro".
All'incontro ha partecipato poi il capo della delegazione Ue
al Cairo, Christian Berger, che ha ricordato gli strumenti messi
a disposizione dall'Unione europea a questo scopo, tra cui i
programmi Erasmus e le Borse di ricerca Marie Curie. Walaa
Sheta, presidente esecutivo dell Authority egiziana per la
Scienza, la Tecnologia e l'Innovazione, ha sottolineato i
cambiamenti innescati in proposito in Egitto, dove fino a poco
tempo fa le bambine venivano dissuase fin da piccole a seguire
percorsi di studio considerati incompatibili con il matrimonio e
la maternità, come del resto in tutta l'Africa. La
rappresentante delle donne dell'Onu in Egitto ha confermato
questa tendenza, sottolineando la lunga strada ancora da
compiere.
Al convegno hanno poi partecipato alcune testimonial, tra cui
l'italiana Ilaria Cinelli, ingegnere aerospaziale che, partita
da Montelupo Fiorentino, un piccolo Paese in provincia di
Firenze, ha avuto l'opportunità di studiare all'Università di
Pisa. Dottorato in Irlanda, post dottorato a Boston, il Covid
l'ha sorpresa in Italia, cambiando il suo destino. Ora lavora a
Torino per una società privata che si occupa delle simulazioni
delle missioni su Marte e partecipa a team internazionali di
ricerca.
Hoda Abou-Shady, tra i consiglieri del presidente egiziano
per l'educazione e la ricerca ha raccontato una storia di studi
di successo iniziati ad Alessandria, di esperienze negli Stati
Uniti, e che l'ha poi ricondotta in Egitto spinta dal desiderio
di dare una mano al suo Paese ma anche di concedersi una
famiglia, la maternità interessi artistici. Un aspetto, ha
detto, che non va considerato residuale ma che deve essere
concesso anche alle donne nelle carriere scientifiche, grazie a
una cultura di pari opportunità.
In proposito, la fondatrice del programma egiziano di ricerca
biomedica, Nagwa El Badri, ha sottolineato la necessità di
maggiori finanziamenti sia per la ricerca che per i servizi, che
consentano alle donne di svolgere il proprio ruolo in tutti i
campi.
Infine, l'addetto scientifico dell'Ambasciata d'Italia,
Domenico De Martinis, ha sottolineato la distanza, in Italia
come in Egitto (con il quale il nostro Paese ha accordi
bilaterali in campo scienrtifico dal 1975) tra il numero di
donne che si iscrivono alle facoltà scientifiche, quelle che
riescono a laurearsi e quelle che fanno carriera nel campo della
ricerca. Attualmente, in diverse facoltà, il numero di donne
iscritte è addirittura superiore a quello degli uomini,
situazione che si ribalta già tra i laureati e che vede
assottigliarsi ancora di più la presenza femminile nel lavoro.
In chiusura del convegno è stata data voce a due ragazze
rispettivamente di 15 e 16 anni, le prime ad essere ammesse alla
prestigiosa scuola Don Bosco del Cairo prima tutta maschile. Le
loro aspirazioni, diventare l'una un ingegnere meccanico e
l'altra un medico. Con tutto l'entusiasmo del mondo.
"L'evento - ha concluso l'ambasciatore - è conferma
dell'impegno dell'Ambasciata d'Italia al Cairo a favore
dell'empowerment femminile, incluso l'accesso e la
partecipazione delle donne e delle ragazze alla scienza e alle
discipline STEM. Grazie alla presenza della comunità
diplomatica, scientifica, istituzionale, UE e ONU, il seminario
ha rappresentato un'importante occasione di riflessione sulle
azioni da intraprendere".
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