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Le sfide per le aziende in Turchia in tempi di iper inflazione

Le sfide per le aziende in Turchia in tempi di iper inflazione

Gli imprenditori italiani restano nel Paese nonostante la crisi

ISTANBUL, 28 giugno 2024, 15:54

Redazione ANSA

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Competitività e liquidità sono le due sfide fondamentali per le aziende in tempi di iper inflazione in Turchia. È quanto emerge da un rapporto presentato dall'addetto finanziario del Consolato d'Italia a Istanbul, Sergio Longoni, durante una riunione con numerosi rappresentanti di alcune delle aziende italiane che lavorano in Turchia, in tutto sono oltre 1.400.
    L'incontro è stato organizzato dal Comites Istanbul, il Comitato degli italiani all'Estero nella città sul Bosforo, con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia di Ankara e del Consolato Generale d'Istanbul, alla presenza del Sistema Italia al completo, compreso l'Ice rappresentato da Andrea Tacchini.
    L'incontro è stato moderato dal Capo Ufficio Economico-Commerciale dell'Ambasciata d'Italia ad Ankara, Francesco De Stefani.
    Longoni ha analizzato il percorso economico turco degli ultimi anni, caratterizzato da una grande crescita basata su una politica fiscale espansiva e un basso costo del denaro che si è rivelata non sostenibile sul lungo periodo. Un modello che ha portato ad un persistente ampio disavanzo delle partite correnti e un tasso di inflazione tra i più elevati al mondo. In maggio ha toccato il 75% su base annua, dato che rappresenterebbe il picco massimo, secondo le recenti dichiarazioni della Banca centrale, che ha puntato su una stretta monetaria, portando in pochi mesi il suo tasso di interesse di riferimento dall'8,5% al 50%.
    L'istituto ritiene che da giugno l'inflazione dovrebbe iniziare a calare, anche se il livello a fine anno non scenderebbe sotto il 38%. I costi dell'inflazione, secondo il rapporto, creano una distorsione delle scelte economiche, effetti sperequativi, erosione del risparmio e instabilità del tasso di cambio, con la valuta nazionale in costante perdita: oggi 1 euro vale circa 35 lire, mentre un anno fa ne valeva 28.
    Tutti questi fattori hanno riflessi sulla competizione internazionale di Ankara oltre che aumentare i costi di produzione. I rappresentanti delle aziende italiane hanno condiviso le difficoltà che si trovano ad affrontare e i metodi che utilizzano per affrontare le sfide rappresentate dalla situazione attuale, senza comunque considerare la possibilità di lasciare la Turchia. Gli imprenditori presenti che lavorano con Ankara da oltre 20 o 30 anni, hanno invece espresso ottimismo, sottolineando come in passato abbiano visto in Turchia crisi molto più serie di quella attuale.
   

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