Competitività e liquidità sono le
due sfide fondamentali per le aziende in tempi di iper
inflazione in Turchia. È quanto emerge da un rapporto presentato
dall'addetto finanziario del Consolato d'Italia a Istanbul,
Sergio Longoni, durante una riunione con numerosi rappresentanti
di alcune delle aziende italiane che lavorano in Turchia, in
tutto sono oltre 1.400.
L'incontro è stato organizzato dal Comites Istanbul, il
Comitato degli italiani all'Estero nella città sul Bosforo, con
il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia di Ankara e del Consolato
Generale d'Istanbul, alla presenza del Sistema Italia al
completo, compreso l'Ice rappresentato da Andrea Tacchini.
L'incontro è stato moderato dal Capo Ufficio
Economico-Commerciale dell'Ambasciata d'Italia ad Ankara,
Francesco De Stefani.
Longoni ha analizzato il percorso economico turco degli
ultimi anni, caratterizzato da una grande crescita basata su una
politica fiscale espansiva e un basso costo del denaro che si è
rivelata non sostenibile sul lungo periodo. Un modello che ha
portato ad un persistente ampio disavanzo delle partite correnti
e un tasso di inflazione tra i più elevati al mondo. In maggio
ha toccato il 75% su base annua, dato che rappresenterebbe il
picco massimo, secondo le recenti dichiarazioni della Banca
centrale, che ha puntato su una stretta monetaria, portando in
pochi mesi il suo tasso di interesse di riferimento dall'8,5% al
50%.
L'istituto ritiene che da giugno l'inflazione dovrebbe
iniziare a calare, anche se il livello a fine anno non
scenderebbe sotto il 38%. I costi dell'inflazione, secondo il
rapporto, creano una distorsione delle scelte economiche,
effetti sperequativi, erosione del risparmio e instabilità del
tasso di cambio, con la valuta nazionale in costante perdita:
oggi 1 euro vale circa 35 lire, mentre un anno fa ne valeva 28.
Tutti questi fattori hanno riflessi sulla competizione
internazionale di Ankara oltre che aumentare i costi di
produzione. I rappresentanti delle aziende italiane hanno
condiviso le difficoltà che si trovano ad affrontare e i metodi
che utilizzano per affrontare le sfide rappresentate dalla
situazione attuale, senza comunque considerare la possibilità di
lasciare la Turchia. Gli imprenditori presenti che lavorano con
Ankara da oltre 20 o 30 anni, hanno invece espresso ottimismo,
sottolineando come in passato abbiano visto in Turchia crisi
molto più serie di quella attuale.
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