Per la prima volta il giardino
storico dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo apre al pubblico. Una
iniziativa in collaborazione con il comune di Minato, dove è
situata la sede diplomatica, già residenza dei daimyo di
Matsudaira nel periodo Edo del Giappone. "Un grande lavoro di
diplomazia pubblica, con l'obiettivo di cementare i rapporti di
amicizia tra i due Paesi, e far crescere la promozione del
Sistema Italia", spiega all'ANSA l'Ambasciatore Gianluigi
Benedetti. "Uno sforzo importante che consente ai giapponesi di
riconnettersi con una parte della loro storia e la loro cultura.
In questo giardino sono morti 10 dei famosi 47 samurai di Ako:
una vicenda importantissima per il Giappone perché incarna tutti
i valori fondanti della loro società: quelli della lealtà,
l'onore, la pazienza".
L'obiettivo è quello di strutturare la collaborazione con il
distretto che ospita la sede, tramite la disposizione di guide
per accompagnare le visite. La storia che viene raccontata lungo
il percorso è preparata dal personale dell'Ambasciata sulla base
di studi accademici, raccontando anche l'evoluzione delle
relazioni bilaterali storiche tra Italia e Giappone.
"Siamo veramente grati per la cura del giardino e
l'iniziativa delle autorità italiane", ha sottolineato Ai Seike,
Sindaca del comune di Minato, ospite della residenza d'Italia
insieme al primo gruppo di visitatori. "Allo stesso tempo siamo
stati positivamente sorpresi per l'enorme interesse generato tra
i residenti del nostro comune, ben oltre 2.100 richieste online,
e proveremo ad estendere l'idea anche agli studenti e alle
persone più giovani". I lavori sono coordinati da Ivan Varriale,
dal 2022 Direttore della spedizione archeologica Italiana
(IRIAE) in Giappone, con il supporto del Ministero degli Affari
Esteri e della Cooperazione Internazionale. "Lo scopo del
ministero è quello di mettere assieme diverse realtà a cooperare
per progetti", spiega lo studioso. "L'Ambasciatore ha avuto la
sensibilità di capire che questo era un posto da valorizzare, ci
ha aiutato anche grazie al supporto dell'Università Hosei,
implementando le conoscenze di un luogo che è in effetti uno dei
pochi giardini intatti, dove si può fare questo lavoro. Noi ci
occupiamo della ricostruzione storica, dalla fondazione Edo fino
all'insediamento dell'Ambasciata d'Italia, sulla base del dato
archeologico e delle fonti d'archivio".
Un lungo lavoro preparatorio che ha reso "quasi inevitabile"
l'apertura in maniera guidata di questa meraviglia storica,
ricorda ancora Benedetti, "Un giardino che, al di là
dell'importanza storica e architettonica, ha 400 anni. E per
tutto questo tempo non è stato modificato. Un ecosistema
biologico, ma anche di flora, molto unico a Tokyo: le uniche
influenze esterne sono le cose che portano il vento o che
arrivano con gli uccelli. Ci sono delle piante del Periodo Edo
(dal 1603 al 1868), dei Gingko biloba che hanno sicuramente 400
anni, degli alberi di canfora che sono stati piantati alla fine
dell'800, e poi 4 esemplari di cedro dell'Himalaya che sono
abbastanza rari in Giappone, anche questi della fine dell'800.
La fauna e flora del giardino sono estremamente interessanti,
sotto l'aspetto botanico e dello studio dell'ecosistema".
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