Le relazioni con l'Iraq "sono molto
buone; pur essendo a Baghdad da sole sei settimane, posso dire
che, da un punto di vista politico, queste sono eccellenti: ci
sono stati molti scambi di visite negli ultimi due anni e sono
certo che ce ne saranno molte altre in futuro". Lo ha detto
Niccolò Fontana, ambasciatore italiano in Iraq, a margine della
XVII edizione degli Stati Generali della Diplomazia in corso
alla Farnesina.
Anche dal punto di vista culturale, ha proseguito
l'ambasciatore, le relazioni sono "eccellenti". Per quanto
riguarda invece le relazioni economiche, Fontana ha osservato
che queste sono "buone", ma "si potrebbe fare qualcosa di più".
"Capisco però - ha sottolineato - che molte aziende italiane, ad
esclusione del settore energetico, possono avere qualche
difficoltà ad interagire con un mercato come quello iracheno,
che è molto interessante, ma complesso".
Secondo l'ambasciatore, il mercato offre "due filoni
principali". Quello delle infrastrutture, perché l'Iraq, "forte
dei proventi del petrolio, che in questo momento ha valori molto
alti, riesce ad investire capitali in progetti di infrastrutture
che dovrebbero rivoluzionare la struttura del Paese, con la
creazione ad esempio della 'Grande strada dello sviluppo', che
attraversa tutto il Paese". Il progetto di fattibilità, ha
proseguito, è ad opera "di un'azienda italiana: sarebbe dunque
importante che aziende italiane si inserissero sui successivi
vari bandi di gara, per approfittare di un progetto molto vasto,
sia ferroviario che stradale".
Un altro settore sul quale "puntare di più", ha detto ancora
Fontana, è l'export. "C'è una grande domanda d'Italia, forse
manca un po' di offerta". L'ambasciata si appresta dunque a
cercare, insieme all'Ice, "canali di distribuzione per favorire
le aziende italiane". Anche quello della cultura è un filone
molto importante: ci sono ventitré missioni archeologiche
italiane nel Paese "che danno un grande rilievo anche d'immagine
all'Italia", ha concluso l'ambasciatore.
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