Il programma "Living in space" ha
portato all'Ambasciata italiana di Delhi più di un centinaio tra
studenti e docenti universitari, oltre ai direttori generali
delle due principali associazioni industriali indiane del
settore, a testimonianza della collaborazione a 360 gradi
nell'aerospaziale tra i due paesi. L'evento, come ha
sottolineato nella sua introduzione l'incaricato scientifico
dell'Ambasciata, il professore Sergio Ledda, che ne è stato il
principale "autore", ha coinciso con la Giornata Nazionale dello
Spazio.
Dopo la presentazione del Distretto Aero Spaziale della
Sardegna (DASS), che si è candidato a ospitare l'Einstein
Telescope, sono seguiti interventi di docenti delle università
sarde che hanno presentato un ampio spettro di contributi.
Antonella Pantaleo ha illustrato le potenzialità della coltura
nelle navicelle spaziali della spirulina, la microalga
considerata il nuovo "oro verde" per il ricco apporto di valori
nutrizionali e la capacità di ridurre l'anidride carbonica che
si genera negli spazi confinati. Plinio Innocenti ha introdotto
lo studio dei materiali avanzati autosterilizzanti in grado di
contrastare le contaminazioni nelle navicelle spaziali, Andrada
Pica ha sintetizzato i più recenti risultati della ricerca sulle
risposte del corpo alle condizioni di diversa gravità.
Shashi Kunar, responsabile del ramo di Delhi dell'Icgeb di
Trieste, ha fornito un ulteriore contributo sulla possibilità di
coltivare microalghe in atmosfera a gravità pari quasi a zero.
Curiosità per il capitolo finale, l'assaggio del "cibo dello
spazio", l'innovativa proposta di EAT Freedom, la start-up
fondata da Sara Rocci Denis, cucinato in diretta dallo chef
Stefano Polato. Pronte in pochi minuti tre ricette brevettate
per gli astronauti, che bilanciano componenti nutrizionali,
varietà e gusto: apprezzatissimo il cous-cous a base di miglio
indiano.
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