Minneapolis si ferma per i funerali di George Floyd con migliaia di persone in piazza. E mentre le proteste proseguono in tutto il paese, con 10 mila persone arrestate, è scattato l'ordine di arresto anche per gli altri 3 agenti conivolti nella morte dell'afroamericano, accusati di complicità in omicidio di secondo grado. Il capo si accusa per poliziotto che ha bloccato a terra Floyd è stato intanto rivisto: 'omicidio volontario non premeditato' e non più colposo. Una decisione che la famiglia di Floyd ha definito un 'passo importante verso la giustizia'.
A sei anni dalla morte di Eric Garner, l'afroamericano soffocato da un agente bianco durante un tentativo di arresto, il Senato Usa introdurrà in settimana la legge che porta il suo nome e che vieta alla polizia di usare la stretta al collo, quella che ha causato la morte anche di Floyd.
Nella notte sono proseguite le proteste pacifiche nelle principali città americane, da New York a Washington, da Los Angeles a Philadelphia, dopo che la procura generale del Minnesota.Le proteste contro la polizia violenta negli Stati Uniti hanno un nuovo simbolo: '8:46'. Si tratta dei minuti e dei secondi in cui l'ex agente Derek Chauvin ha tenuto premuto il suo ginocchio sul collo di George Floyd. Le due cifre sono ormai diventate lo slogan di tutte le manifestazioni nelle principali città americane.
Ira, intanto, al New York Times per la decisione di pubblicare sulla pagina degli editoriali il contributo del senatore dell'Arkansas Tom Cotton in cui si chiede di "mandare le truppe" per sedare le proteste seguite all'uccisione dell'afroamericano George Floyd da parte della polizia di Minneapolis. Nell'articolo, prontamente rilanciato dal presidente Donald Trump su Twitter, Cotton sostiene che l'uso delle forze armate per domare disordini civili è giustificato sulla base dell'Insurrection Act del 1807: "La nazione deve riportare l'ordine. I militari sono pronti". Molti giornalisti del Times non hanno gradito la scelta editoriale: "Pubblicare l'op-ed di Cotton mette i dipendenti neri del Times in pericolo", hanno protestato su Twitter. "Mi vergogno del mio giornale", ha protestato Nikole Hannah-Jones, che scrive sui temi dell'ingiustizia razziale e ha ideato il progetto '1619' sulla legacy della schiavitù che ha fatto vincere al quotidiano il premio Pulitzer