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'Biden evocò il rischio Armageddon per un attacco atomico russo'

'Biden evocò il rischio Armageddon per un attacco atomico russo'

Lo rivela un libro, secondo un'anticipazione del New York Times

WASHINGTON, 10 marzo 2024, 17:04

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

Joe Biden evocò il rischio di un Armageddon nell'ottobre del 2022, sullo sfondo della minaccia nucleare russa nel conflitto in Ucraina. Lo rivela "Nuove guerre fredde: l'ascesa della Cina, l'invasione della Russia e la lotta dell'America per difendere l'Occidente", un libro del corrispondente dalla Casa Bianca David Sanger, di cui il New York Times pubblica un estratto.
    "Per la prima volta dalla crisi dei missili a Cuba, se le cose in Ucraina continuano nel modo in cui stanno andando, siamo davanti alla diretta minaccia dell'uso di un'arma nucleare", confidò il presidente durante una serata con esponenti dell'establishment politico ed economico americano nella casa newyorchese di James Murdoch, il rampollo liberal e ribelle del magnate dell'editoria. Era il 6 ottobre 2022, per coincidenza sessant'anni dopo la crisi dei missili di Cuba che portò il mondo sull'orlo dell'olocausto nucleare.
    "Più gli ucraini avranno successo nel respingere l'invasione russa - spiegò il commander in chief - più è probabile che Putin minacci di usare una bomba. O tenti di usarla". "Non penso che esista la capacità di utilizzare facilmente un'arma nucleare tattica e non finire con l'Armageddon", ammonì Biden, affermando che a suo avviso Putin era capace di procedere: "Abbiamo un ragazzo che conosco abbastanza bene. Non scherza quando parla del potenziale uso di armi nucleari tattiche o di armi biologiche o chimiche perché il suo esercito ha, si potrebbe dire, un rendimento inferiore al previsto".
    Biden parlava sulla base delle intercettazioni dell'intelligence Usa e la sua prima reazione fu sul piano diplomatico, attraverso una serie di contatti tra i vertici dell'amministrazione americana e i corrispettivi alti responsabili russi, tra cui un colloquio fra William Burns, il direttore della Cia, con il capo dello spionaggio di Mosca, Sergej Naryshkin. "Gli dissi chiaramente che, se la Russia avesse usato armi non convenzionali, ci sarebbero state serie conseguenze da parte nostra", racconta lo stesso Burns nel libro. "Lui mi giurò di aver capito e assicurò che Putin non intendeva usare armi nucleari", prosegue.
   

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