L'ex produttore hollywoodiano
Harvey Weinstein è tornato oggi in tribunale a New York, dove ha
affrontato il pubblico ministero determinato a ottenere un nuovo
verdetto di colpevolezza dopo il clamoroso annullamento della
sua condanna per stupro e violenza sessuale.
Weinstein, 72 anni, è apparso avvilito, spinto su una sedia a
rotelle in un'aula del tribunale di Manhattan, dove ha sorriso e
salutato i suoi pochi sostenitori. Ancora in carcere, perché è
stato condannato a 16 anni anche a Los Angeles nel 2023 per
stupro e violenza sessuale, questa è la prima volta che l'ex
produttore torna davanti alla giustizia dall'annullamento, la
scorsa settimana, da parte di una corte d'appello della sua
condanna a 23 anni di carcere a New York nel 2020. Una sentenza
vissuta come un affronto dal movimento #MeToo perché le
rivelazioni del 2017 sulle aggressioni sessuali di Harvey
Weinstein avevano innescato lo sdegno globale e spinto molte
vittime a denunciare.
In aula oggi sedeva Jessica Mann, una delle due accusatrici
per le quali l'ex produttore è stato condannato nel primo
processo. "Crediamo in questo caso, ecco perché Jessica Mann è
qui oggi", ha detto il procuratore di Manhattan Nicole Blumberg.
"Abbiamo tutte le ragioni per credere che l'imputato sarà
nuovamente giudicato colpevole" nel corso del secondo processo,
ha aggiunto. Fuori dall'aula, Gloria Allred, avvocato dell'altra
accusatrice, Mimi Haley, ha detto che la sua cliente "non ha
ancora deciso se testimoniare in un nuovo processo. Il
ribaltamento della condanna è stato per lei un nuovo trauma...
ci sta ancora pensando", ha aggiunto.
Nel corso dell'udienza, l'avvocato di Weinstein, Arthur
Aidala, ha ricordato che all'epoca il suo cliente "era stato
assolto dalle accuse più pesanti", in particolare
dall'aggravante di comportamento "predatorio", e ha chiesto il
rilascio del suo cliente, rifiutato dal giudice Curtis Farber,
che ha rinviato il caso di diversi mesi, dopo la festa del Labor
Day del 4 settembre, senza fissare una data precisa.
Intanto è stata fissata una nuova udienza procedurale per il
29 maggio. Ai giornalisti il legale ha affermato che il posto
del suo cliente non è in prigione. "Era abituato a bere
champagne e mangiare caviale, ora compra le patatine allo
spaccio" del carcere, ha lamentato.
L'ex produttore era stato condannato a 23 anni di carcere per
violenza sessuale nei confronti dell'ex assistente di produzione
Mimi Haleyi nel 2006 e per lo stupro dell'aspirante attrice
Jessica Mann nel 2013. Durante questo periodo molto
pubblicizzato, nel pieno dell'esplosione del movimento #MeToo,
molti altre donne avevano testimoniato, accusando Weinstein di
atti simili. Tuttavia, secondo la corte d'appello di New York,
le testimonianze delle altre presunte vittime erano state
ammesse "in modo errato" e avevano "fornito un'immagine
altamente pregiudizievole" dell'imputato. Secondo la corte, "la
soluzione a questi errori scioccanti è un nuovo processo". La
corte d'appello si è divisa sulla questione, con quattro giudici
che si sono pronunciati a favore dell'annullamento e tre
contrari. Più di 80 donne hanno accusato Harvey Weinstein di
molestie, violenza sessuale o stupro, tra cui Angelina Jolie,
Gwyneth Paltrow e Ashley Judd.
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