Da Apple, Meta, Uber a Disney
e Netflix, passando per la petrolifera Chevron, per Paypal o
Visa. La California è lo stato americano con il maggior numero
di aziende 'Fortune 500', la lista delle società con il
fatturato più alto degli Stati Uniti stilata ogni anno dalla
prestigiosa rivista.
Dopo dieci anni, il Golden State torna a un primato che gli
era stato strappato dal vicino Texas, guidato dal repubblicano
Greg Abbott, che non perde occasione per ridicolizzare le
politiche progressiste del collega democratico Gavin Newsom. Ed
è proprio il governatore di Sacramento a togliersi qualche
sassolino dalla scarpa oggi: "La California ha l'economia più
dinamica e imprenditoriale del paese. Le aziende che iniziano e
crescono qui cambiano il mondo".
Nello stato famoso per Silicon Valley e Hollywood ci sono 57
società della lista di Fortune, mentre in Texas ce ne sono 52.
Fermo alla stessa quota anche New York. La pubblicazione ha
attribuito la fiorente economia del Golden State alla sua
redditizia industria tecnologica, che è stata rafforzata
dall'avvento dell'intelligenza artificiale: la stragrande
maggioranza delle aziende californiane elencate si trova nella
Bay Area.
Nel 2023 e nel 2022, tuttavia, il Lone Star State regnava
sovrano tra le Fortune 500, favorito dal basso costo della vita,
dalle tasse contenute e dalla nascente industria tecnologica.
Nel 2020, Oracle aveva trasferito il quartier generale da
Redwood City, vicino a San Francisco, ad Austin. Elon Musk con
la sua Tesla ha seguito l'esempio. Dopo la pandemia, molti
ricchi dirigenti e imprenditori hanno lasciato le costosissime
Los Angeles e San Francisco, per lavorare in remoto dal Texas,
tanto che diversi giornali avevano già decretato la fine della
Silicon Valley. Evidentemente, la notizia sulla morte
dell'economia californiana era esagerata.
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