Il 22 febbraio 2014 Matteo Renzi giurava da presidente del Consiglio nelle mani di Giorgio Napolitano. E in occasione dei 24 mesi di governo il premier ha annunciato una conferenza stampa oltre che video e slides per raccontare questi due anni.
Se l'anno scorso, però, la ricorrenza è caduta poco dopo l'elezione al primo scrutinio di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, che va certamente annoverato tra i successi di Renzi, quest'anno cade mentre il Pd è alle prese con la complicata partita delle Unioni Civili e in Ue con lo scontro sui migranti. Diverse le riforme approvate dal governo mentre restano al palo provvedimenti annunciati come la riforma del terzo settore (in corso d'esame in commissione al Senato) o quella del processo penale con le intercettazioni o l'omicidio stradale.
Ecco, in pillole, il bilancio di un anno di governo:
- LAVORO E RIPRESA. Il governo ha approvato nel suo primo anno il bonus da 80 euro, il taglio dell'Irpef (oltre che la cancellazione della Tasi) e il jobs act. La riforma del lavoro ha portato, almeno secondo gli ultimi dati Istat, a un aumento delle stabilizzazioni con contratti a tempo determinato nel 2015. La percentuale della disoccupazione giovanile italiana resta comunque allarmante, al 37,9%. Per quanto riguarda, invece, la ripresa ci sono segnali di ripartenza anche se le percentuali non sono alte quanto quelle prospettate dal governo e il Pil si ferma allo 0,8% quando il premier aveva prospettato un 1%.
- RIFORME E LEGGE ELETTORALE. Tra le battaglie vinte dal governo quella sulla riforma della legge elettorale con l'Italicum che però, insieme alla riforma del Senato, provoca non pochi scossoni all'interno del Pd. L'ultimo passaggio delle riforme costituzionali in Senato, approvate anche grazie al voto di Ala, la formazione dei verdiniani ottiene il via libera con l'Aventino delle opposizioni. La parola ora va al rereferendum costituzionale che si terrà in ottobre e sul quale Renzi ha scommesso tutto sottolineando che se lo perderà lascerà la politica.
- SCUOLA E RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Nei due anni del governo Renzi arriva la riforma della scuola. Avversata da insegnanti e studenti è considerata dal premier uno dei fiori all'occhiello del governo e spiegata in una conferenza stampa a Palazzo Chigi con tanto di lavagna. E c'è anche quella della pubblica amministrazione, la riforma Madia, che prevede una stretta sui 'furbetti del cartellino'.
- DIRITTI. Il governo Renzi riesce dove altri esecutivi hanno fallito nell'approvazione del divorzio breve. I tempi per ottenere l'ok dopo una separazione consensuale vengono ridotti da tre a un anno. Ma si registrano le difficoltà sul fronte Unioni civili.
- DIBATTITO INTERNO AL PD. Riforme, Italicum, jobs act. Tutti temi sui quali vanno in scena forti contrasti interni ai Dem. Il partito perde alcuni pezzi, da Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre a Pippo Civati. E si fa più accesa la contestazione della minoranza interna guidata dal capogruppo alla Camera, Roberto Speranza. Il dissidio interno appare in tutta la sua evidenza con il caso del sindaco di Roma, Ignazio Marino, costretto alle dimissioni con una sfiducia da parte dei suoi stessi consiglieri.
- RAPPORTO CON LA UE. Matteo Renzi è protagonista di diversi scontri in Ue in particolare con il presidente della commissione Jean Claude Juncker. Il tema caldo è quello della flessibilità (per tre miliardi) che l'Italia chiede in seguito agli sforzi sul dossier migranti.
- EXPO. Tra le scommesse del governo anche l'Expo di Milano. "Un gran successo, simbolo di chi non si rassegna", secondo il premier. Tanto che il commissario Beppe Sala è stato proposto per le primarie per la candidatura a sindaco per il centrosinstra a Milano.
- L'ATTACCO ALL'EUROPA. Renzi, insieme agli altri leader europei, è chiamato alla risposta contro l'attacco al cuore di Parigi del 13 novembre. La replica italiana è: "un miliardo per la sicurezza e uno per la cultura".
- BANCHE. Tra i momenti forse più complessi per l'esecutivo quello delle polemiche sul decreto salva-banche e sulla vicenda del ruolo del padre del ministro Maria Elena Boschi come dirigente di Banca Etruria, una di quelle salvate dal provvedimento. In piazza le proteste dei risparmiatori che chiedono di vedersi restituiti i loro soldi. Il governo è al lavoro sui loro indennizzi.
- RAI E NOMINE. Il governo non riesce ad approvare la riforma della Rai in tempo per varare il nuovo cda Rai con nuove regole e non in base alla legge Gasparri. Il testo verrà comunque poi approvato dal Parlamento. Alla guida dell'azienda arriva il manager Antonio Campo Dall'Orto, classe 1964, considerato vicino al premier. Numerose sono le nuove nomine fatte dall'esecutivo in questi due anni all'insegna della 'rottamazione' a tutti i livelli. Si va dalla coppia Emma Marcegaglia e Claudio Descalzi all'Eni a Patrizia Grieco e Francesco Starace all'Enel fino alla conferma di Gianni De Gennaro a Finmeccanica. Alle poste arrivano Francesco Caio e Luisa Todini alla presidenza.
- UNIONI CIVILI. Tra i punti del programma delle primarie di Renzi. Il provvedimento - soprattutto sul punto della stepchild adoption - sta creando frizioni all'interno del Pd e nel governo tra la componente laica e quella più cattolica. I Dem hanno dovuto prendere tempo per cercare una intesa.
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