"Dai paesi asiatici sono venuti contributi preziosi" nel superamento della crisi finanziaria, "ma tocca alla Ue imboccare ora la strada di politiche decisamente orientate alla crescita". E deve essere tutta la Ue perché tutti "accusano i colpi della stagnazione, se non deflazione", ha detto il presidente Napolitano.
"Si sta diffondendo un senso di insofferenza, di fastidio per il trascinarsi di vecchi assetti strutturali e di potere". Per questo "non bisogna fermarsi per strada ma proseguire con le riforme", ha detto ancora il presidente della Repubblica parlando oggi al Quirinale.
"Non possiamo restare prigionieri di paralisi e di impedimenti: occorre varare cambiamenti importanti" e "regole vere, che siano tali e non paraventi a difesa dell'esistente": così Napolitano.
"Le riforme strutturali non sono rinviabili" ma bisogna sottolineare come "sul piano politico" permangano "gravi implicazioni": "troppe incomprensioni, contrapposizioni, pregiudizi e atteggiamenti frenanti" che sono "espressione di conservatorismi e corporativismi". Lo ha sottolineato il presidente Napolitano al Quirinale. Il capo dello Stato, nel suo lungo discorso oggi al Quirinale, ha più volte sottolineato come ormai serva in Italia "una comune assunzione di responsabilità dinanzi ai rischi e alle sfide che il Paese sta vivendo". "Sul piano politico, e con gravi implicazioni per la vita delle istituzioni, le troppe contrapposizioni pregiudiziali, l'incapacità di dialogo e di intesa, gli atteggiamenti frenanti o di vero e proprio rifiuto rispetto a scelte concrete di riforma, sono stati - ha spiegato il presidente - l'espressione di conservatorismi, corporativismi e ingiuste pretese di conservazione di posizione di rendita, di ingiuste posizione acquisite".
In Italia ci sono "negatività ancora diffuse nei comportamenti politici, sociali ed istituzionali". Ed un esempio ne è anche lo stallo del Parlamento sull'elezione dei giudici della Consulta. "Ci è toccato vivere con pena" questa situazione, ha sottolineato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando ai Cavalieri del Lavoro al Quirinale. Inoltre, ha aggiunto il capo dello Stato, ciò accade "a danno delle sue stesse prerogative costituzionali". Il presidente ha aggiunto che, con le sue nomine presidenziali per la Consulta, è stato costretto a dare "un esempio dovuto e severo, con scelte imparziali anche ad un minimo di riequilibrio di genere".
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