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Renzi, il patto del Nazareno scricchiola

"Il patto del Nazareno scricchiola". Lo ha detto il premier Matteo Renzi all'assemblea dell'Anci.

Il vertice di maggioranza sulla legge elettorale non è ancora stato fissato, ma dovrebbe tenersi la prossima settimana. 'Mi auguro che Fi mantenga l'impegno, ma se si dovesse tirare indietro noi non possiamo non andare avanti: al Paese serve governabilità', ha detto il ministro delle Riforme.

A stretto giro Brunetta risponde alla Boschi: 'Siamo leali, ma non fessi'. Ieri il patto del Nazareno ha subito un primo brusco stop. Renzi ha deciso di chiudere con i tatticismi, vuole approvare la riforma entro l'anno. Berlusconi teme che l'ok all'Italicum porti dritto al voto in primavera. E ieri nell'incontro a Palazzo Chigi avrebbe preso tempo.

Alfano interviene per dire che bisogna salvaguardare due principi: 'Governabilità e rappresentanza'.

Minoranze Pd a Renzi, voto l. stabilità prima Jobs Act - "È necessario approvare la legge di stabilità prima di iniziare il voto alla Camera sul Jobs Act, solo così sarà possibile aumentare le risorse destinate al lavoro e consentire un maggiore impulso all'attuazione della delega che è a saldo zero". Così i deputati delle minoranze Pd Boccia, Civati, Cuperlo, D'Attore, Fassina, Miotto, in una nota. "Come già chiarito in più sedi e in più occasioni, oltre ai temi controversi connessi all'applicazione dell'art.18 e all'estensione delle tutele per i lavoratori precari e i disoccupati, il limite della delega Poletti è di natura finanziaria. Le risorse stanziate in legge di stabilità sono complessivamente pari a 2 miliardi, inferiori alle risorse 2014. La clausola di invarianza indicata dallo stesso governo per le coperture del Jobs Act non consente alcun aumento di risorse per il lavoro e, senza ulteriori risorse, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi che lo stesso presidente Renzi si propone di centrare", spiegano nell'appello rivolto al governo dai deputati delle minoranze Democrat. "Per essere efficaci - spiegano Francesco Boccia, Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Alfredo D'Attorre, Stefano Fassina e Margherita Miotto - le riforme hanno bisogno di adeguate coperture finanziarie, le riforme senza soldi rischiano di rimanere solo buone intenzioni". "Auspichiamo e chiediamo al governo l'approvazione della legge di stabilità prima della delega lavoro. Rafforziamo gli aspetti positivi della legge di stabilità, miglioriamo quei punti che hanno ancora delle zone d'ombra, aumentiamo di ulteriori 1,5 miliardi le risorse sul lavoro e poi concentriamoci sulla delega Poletti. Per provare a fare del Jobs Act una riforma in grado di cambiare realmente il mercato del lavoro in Italia", concludono.

 

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