"Leonardo Maria Del Vecchio, che ha
chiesto di essere ascoltato dalla Procura, durante
l'interrogatorio di ieri ha dimostrato di non aver mai voluto
concorrere negli accesi abusivi, uniche incolpazioni che lo
coinvolgono a titolo di concorso per 'aver incaricato De Marzio
ad acquisire informazioni'". Lo ha dichiarato l'avvocato Maria
Emanuela Mascalchi, difensore del giovane imprenditore
interrogato ieri nell'ambito dell'indagine della Dda e della Dna
su una presunta rete di cyber-spie con base a Milano negli
ufficio della Equalize di Enrico Pazzali.
Il legale ha tenuto a sottolineare che in merito alle
"vicende relative al trojan" con il pm "si è chiarito che tali
fatti non sono contestati a Leonardo Maria Del Vecchio e non
vengono contemplati nei capi di incolpazione nei suoi
confronti". Riguardo tale episodio "è accusato solamente
Calamucci (Nunzio Samuele, la mente tecnologica del gruppo,
ndr.) per aver creato un falso report per cercare di venderlo ad
alto prezzo", ha proseguito in una nota il difensore,
aggiungendo che il "trojan non è stato mai messo nel telefono
della Serfaty", la fidanzata di allora del giovane imprenditore.
"Inoltre neanche i fatti del report falso sul fratello
Claudio Del Vecchio sono oggetto di incolpazione nei confronti
di Leonardo Maria Del Vecchio: il reato di falso è contestato
solamente a Calamucci che riceveva in subappalto i lavori da De
Marzio".
"Durante l'interrogatorio - aggiunge l'avvocato Mascalchi -
abbiamo dimostrato con prove documentali, acquisite dalla
stessa Procura, di aver pagato alla società Neys Agency di De
Marzio" quanto dovuto per "un contratto di consulenza e 'nel
rispetto delle leggi' per servizi di Loss-protection, incarichi
leciti aventi ad oggetto attività di analisi reputazionali su
potenziali controparti contrattuali, Kyc, attività di adeguata
verifica della controparte e cyber security".
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