(di Nicoletta Tamberlich) Al centro della cupola mafiosa che emerge dall'inchiesta della Procura di Roma - che ha portato all'arresto di 28 persone (e a un centinaio di indagati tra cui l'ex sindaco Alemanno) - c'è un burattinaio dalla lunga carriera criminale quale è Massimo Carminati, finito in manette domenica scorsa, ex Nar, legato alla Banda della Magliana, numero uno dell'organizzazione criminale decapitata dagli uomini del Ros.
Lirio Abbate, giornalista de L'Espresso sotto scorta da 7 anni per minacce mafiose di morte, è stato tra i primi cronisti a scrivere sulla criminalità organizzata romana, in rapporti con ambienti politici e neofascisti ma non solo. Intimidazioni "fascio-mafiose", secondo il titolo dato dall'Espresso tra le sue ultima inchiesta fino a 'Mafia Arrestato il 'Re di Roma' Carminati'. In una conversazione con l'ANSA Abbate, che ha iniziato a seguire le tracce dell'inchiesta fin dal 2012, le connivenze e la violenza che stringono da tempo la Capitale e che sono culminate con gli arresti, ricostruisce la figura di Carminati e i suoi rapporti anche nel tessuto imprenditoriale politico e istituzionale.
Abbate, chi è davvero Carminati? "Prima di tutto non bisogna farne una leggenda, perché in tanti hanno subito il suo fascino, non è un benefattore, ma un criminale, che si è sostituito allo Stato, assegnando posti di lavoro, facendo piccoli favori, ma da quei favori, non va mai dimenticato, ha tratto dei guadagni che ha investito in altri traffici. Pronto a sequestrare, uccidere, rapinare, partecipare a giri di droga, scommesse, usura. Sempre a un passo dall'ergastolo, invece è quasi sempre uscito dalle inchieste con l'assoluzione o con pene minori. È stato un terrorista dei Nar, un killer al servizio della Banda della Magliana. Arriva da estrazione di destra, di eversione di destra ma anche da collusioni con la mafia siciliana ed anche calabrese". Ma i rapporti con i politici e con l'ex sindaco Alemanno? "C'è un'inchiesta in corso, ci sono intercettazioni della magistratura. Carminati aveva in ogni amministrazione un uomo che poteva essergli utile".
Il cronista palermitano all'inizio di novembre ha subito nuove minacce, una pesante intimidazione. Ma preferisce non tornare sull'argomento: "Tante cose coincidono da quando ho iniziato a scrivere di questa mafia capitale. Io continuo a fare il mio lavoro. Per il resto ci sono indagini della squadra mobile di Roma".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA