"Per l'Italia, è il tempo delle decisioni. Sono il più giovane leader che l'Italia abbia mai avuto. Sto usando la mia energia e il mio dinamismo per cambiare il mio Paese. Penso che sia il tempo di scrivere una nuova pagina per l'Italia. Non posso aspettare a causa dei vecchi problemi del passato". Così il premier Matteo Renzi al New York Times. Acque agitate, intanto, nel Pd il giorno dopo la direzione che ha appoggiato la linea di Renzi sulla legge elettorale, ma con la minoranza assente al voto finale. Il presidente della Regione Toscana Rossi esclude una scissione perché 'extra Ecclesiam nulla salus' e Gotor continua a premere sul premier affinché 'lavori a ricercare una intesa e una unità nel partito' per 'non interrompere il percorso delle riforme istituzionali'. Ad alimentare la polemica si inseriscono anche le parole di D'Attorre che ha detto di preferire il 'Consultellum' a 'una cattiva riforma elettorale', scatenando la reazione dei renziani: 'Faccia i conti con la propria cattiva coscienza'.
Fassina, governo Renzi non è in discussione - "Il governo non è in discussione". Lo dice Stefano Fassina confermando il suo 'no' all'Italicum nella sua attuale versione. "Non mi aspetto - afferma ad Ansa.it l'esponente della minoranza dem - conseguenze politiche né in un caso né nell'altro sulla stabilità del governo. Per quanto mi riguarda il governo non è in discussione". "Il sottoscritto non voterà questa legge elettorale - ribadisce Fassina -. Poi vi sono altri del Pd che non la voteranno, lo hanno detto anche nei giorni scorsi, lo hanno ripetuto in Direzione". Sui numeri del 'fronte del no' Fassina non si sbilancia: "Ci sarà una riunione del gruppo dopo Pasqua - annuncia -, lì vedremo quanti saremo. Stiamo discutendo di un intervento che ha rilievo costituzionale, che costituisce un arretramento della nostra democrazia e i numeri li vedremo. Ciascuno si assumerà le proprie responsabilità. Parliamo di una legge elettorale che è un pezzo della Costituzione materiale del Paese e credo che su questo si debba tenere conto dell'autonomia dei singoli parlamentari''
Civati, Pd diceva non voler leggi a maggioranza - "Il Pd ha sempre detto di non volere leggi elettorali votate a maggioranza. E così faremo, invece, smentendo puntualmente le premesse. Che ci hanno condotto fin qui, ma ora le premesse non servono più". Lo scrive, in un post sul suo blog, il deputato Pd Pippo Civati dal titolo, riferito all'Italicum, "Non è nemmeno la legge dei sindaci". "L'Italicum assomiglia superficialmente a quello che viene raccontato dallo stesso segretario del Pd, ma nella sostanza è molto lontano dagli esempi con cui viene descritto. I 'collegi' non sono collegi uninominali. Il doppio turno è nazionale e non di collegio. Il 'maggioritario' non è un maggioritario ma un premio di maggioranza tipo Porcellum (che c'è praticamente) solo in Italia), assegnato a chi supera il 40% fin dal primo turno", spiga l'esponente della minoranza Dem, secondo il quale "sarà impossibile individuare gli eletti, soprattutto per chi non vince (Renzi ha detto ieri che sarà costretto a presentarsi in dieci collegi diversi per sperare di essere eletto: bello, vero?), per via della ripartizione dei seggi che non è diretta - collegio per collegio". "E non è nemmeno la legge dei sindaci: per prima cosa perché la lista che può beneficiare del premio è unica (cosa che la legge dei sindaci non prevede affatto) e non è previsto l'apparentamento, come per i sindaci. Da ultimo, la legge dei sindaci prevede che il premio vada a chi ha superato il 50% dei voti al primo turno, non il 40%", sottolinea Civati.
Passera, aggregare forze resistenza a Italicum - "L'Italicum rischia di essere una scelta senza ritorno: per questo la 'resistenza' a questa riforma può essere un momento di aggregazione tra diverse forze politiche". Lo dice il leader di Italia Unica, Corrado Passera, in una conferenza stampa indetta a Montecitorio per richiamare le ragioni dell'Appello lanciato per arginare "la pericolosa deriva che accompagna la nuova legge elettorale". "Sui valori della democrazia, del bipolarismo, dell'alternanza ci si può ritrovare insieme e in tanti" sostiene Passera. "E' per questa ragione - ha spiegato Passera - che abbiamo fatto un appello rivolto a tutti: stiamo piantando una foresta brutta e pericolosa che allontanerà ancora di più i cittadini dalle urne e immola la democrazia sull'altare della governabilità" afferma il leader del nuovo partito secondo il quale proprio per queste ragioni "di fronte ai pericoli rappresentati dall'Italicum e dalla riforma del Senato non esiste un confine all'aggregazione di forze che possono opporgli resistenza". Per Italia Unica è infatti il combinato disposto dell'Italicum con la riforma del Senato a destare preoccupazione: "sono riforme che hanno come fine unico la costituzione del Partito Unico o del Partito della Nazione: e chi lo propone o ignora la storia o è poco rispettoso dei cittadini italiani e della loro memoria". Con il risultato di proporre di fatto la nascita di un presidenzialismo "senza i contrappesi di un sistema presidenziale". Insomma, "una legge pericolosissima e unica al mondo" e per di più " una legge che, negando ai cittadini la possibilità di scegliere i propri eletti, si configura come una classica legge di conservazione della vecchia politica".