"Non abbiamo paura del cambiamento", "per le menti aperte e scevre da pregiudizi e sindacalismi", "perché questo non è una sciopero a favore dei lavoratori ma uno scontro spostato in piazza tra Camusso e Renzi. Io non ci sto", "Minacciati e offesi perché non aderiamo allo sciopero". Sono i messaggi dei prof e dirigenti scolastici che hanno deciso di non scioperare e che affidano a Twitter e a lettere personali la loro decisione. Due su tutti gli hashtag di chi si schiera: #iononsciopero, lanciato in particolare dai dirigenti scolastici e #hubdocet.
Sono in tanti che, con nome, cognome e spesso foto del profilo dichiarano la loro non adesione: "scioperare è un diritto. Non scioperare perché si crede ne #labuonascuola pure", afferma Patrizia. E Federica: "Perché scioperare contro un riforma che, pur migliorabile, in molti punti rivela di essere sulla strada giusta?".
E su #hubdocet: "chi si informa adeguatamente può agire secondo la propria coscienza" scrive Arianna, che ribadisce, "Sulla scuola se ne possono dire tante, ma le bugie no". O Mimmo che dice: "#iononsciopero contro me stesso". Libertà di scelta è lo slogan di Maurizio: "Sacrosanto diritto di sciopero, sacrosanto diritto di non farlo e dovere del parlamento di legiferare".
Molti sono quelli che protestano contro le false informazioni girate sulla rete, e non solo, in merito al disegno di legge sulla scuola: "La buffonata di chi non ha nemmeno letto il ddl", chiosa Arianna, mentre Sabrina ha postato: "Italia che sconosce una riforma necessaria rivolta al cambiamento". E Francesca scrive: "sempre più convinta della scelta fatta per domani. L'ignoranza che corre sul web e scuole circa questa riforma è disarmante...".
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