Il reato di omicidio stradale potrebbe presto diventare una realtà. Lo scorso 20 maggio è stato superato il primo step, al Senato, con l'approvazione in commissione Giustizia del disegno di legge. A breve il testo arriverà in Aula; il relatore Giuseppe Cucca del Pd si dice convinto che la discussione inizierà entro la prima decade di giugno.
Chi uccide qualcuno guidando un'automobile o una imbarcazione sotto l'effetto di alcol, droghe rischia il carcere fino a 12 anni - che diventano 18 anni nel caso di omicidio plurimo - e la revoca della patente fino a 30 anni. "Una buona notizia, uno straordinario passo avanti", per il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, che sottolinea che è stato fatto "un ottimo lavoro, lo dovevamo a tutte quelle famiglie che hanno perso un figlio o un parente. Una prima battaglia vinta anche per loro".
Soddisfazione anche del vice ministro della Giustizia, Enrico Costa per il quale "è indifferibile un intervento per garantire una pena severa, ma soprattutto effettiva". La commissione ha approvato il testo quasi all'unanimità, con il solo voto contrario di Forza Italia che ha messo sotto accusa soprattutto la sanzione, ritenuta eccessiva, della revoca della patente fino ai 30 anni. Perplessità anche da Area popolare che auspica che in Aula si affronti la questione con le dovute differenzazioni ("sacrosanto punire chi uccide, ma bisogna valutare anche il comportamento passato, i singoli casi", spiega il senatore Carlo Giovanardi) e del gruppo Misto che parla di "luci ed ombre".
Intanto questi sono i punti forti del testo che arriverà in aula. Si introduce, innanzitutto il delitto di omicidio stradale e nautico. Chiunque guida un veicolo a motore, una imbarcazione, una moto d'acqua in stato di ebbrezza alcolica o sotto l'effetto di droghe e causa la morte di una persona è punito con la reclusione da 8 a 12 anni; pena che arriva a 18 anni in caso di omicidio plurimo. Pene severe anche per chi provoca la morte di una persona in seguito a una manovra pericolosa, anche se non si è sotto l'effetto di alcol o droga: dai 7 ai 10 anni se l'incidente mortale avviene perché si attraversa un incrocio passando con il semaforo rosso o si fa una manovra di inversione del senso di marcia o un sorpasso in prossimità delle strisce pedonali, per fare qualche esempio. La stessa pena sarà applicata anche in caso di incidente mortale in acqua se chi guida l'imbarcazione procede ad una velocità superiore al doppio di quella consentita o se circola in uno specchio d'acqua nel quale non è consentita la navigazione.
C'è poi la revoca della patente, con differenziazioni: se si uccide qualcuno mentre si guida ubriachi la revoca arriva fino a 15 anni; fino a 20 anni, invece, se in passato si è stati già sottoposti all'alcotest. Se, infine, si guida in stato di ebbrezza e si supera il limite di velocità scatta la revoca massima dei 30 anni.
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