"Laudato si', sulla cura della casa comune", la seconda enciclica di papa Francesco sarà finalmente nelle mani dei lettori il 18 giugno. Verrà presentata in Vaticano da un cardinale, Peter Turkson, un rappresentante del patriarcato ortodosso di Costantinopoli, Giovanni Zizioulas, e uno scienziato, John Schellenhuber, fondatore e direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research.
Presentazione ecumenica e ad alto livello scientifico: Turkson è il capo del dicastero papale per la Giustizia e la pace, Zizioulas è considerato uno dei più grandi teologi ortodossi viventi e vicinissimo al patriarca ecumenico Bartolomeo I, Schellenhuber è uno dei massimi climatologi del mondo ed è stato anche consulente dell'Unione europea. Una novità nella nascita di questa enciclica, - la prima interamente di suo pugno di papa Bergoglio, dopo lo Lumen Fidei, scritta su una traccia di Benedetto XVI, - è la spedizione nei giorni scorsi, per desiderio del Papa, di "alcuni invii e- mail - ha informato padre Federico Lombardi - per informare i vescovi di tutto il mondo", contenenti "suggerimenti e sussidi, in particolare" sull'insegnamento dei papi sull'ambiente, affinché i singoli vescovi "possano sentirsi preparati alla pubblicazione e accompagnarla con spiegazioni e commenti appropriati".
"Il Papa - ha spiegato il portavoce - ha voluto accompagnare questa pubblicazione come un evento di Chiesa, è una idea nuova, e un interessante di coinvolgimento dell'episcopato". Ripreso dal Cantico delle creature di san Francesco, il titolo della enciclica non sarà in latino, cosa già accaduta anche in epoca moderna, fino a Pio XII, e il tema ambientale si dovrebbe estendere al creato e alla sua custodia, due concetti che per la Chiesa e per questo Papa sono molto ampi. Come ha raccontato ai giornalisti pochi giorni dopo essere stato eletto, Bergoglio ha scelto di chiamarsi Francesco per la pace e per la custodia del creato.
Oltre alla consueta fibrillazione editoriale - le prime indiscrezioni sul titolo sono partite proprio dalle case editrici - l'importante testo papale ha messo in fermento anche le grandi lobby industriali e energetiche, che dovranno fare i conti con le prese di posizione che papa Bergoglio deciderà di prendere. Si presume che il creato sia il tema cornice all'interno del quale il Pontefice potrebbe inserire indicazioni contro la globalizzazione dello scarto, la fame nel mondo e la povertà.
Il Papa di suo ha anticipato qualcosa sulla enciclica lo scorso gennaio, sull'aereo durante il viaggio in Sri Lanka e Filippine, usando parole forti, come il ricordo di Hiroshima, e dicendo di essere rimasto deluso dalla conferenza sul clima svoltasi a Lima e di sperare che quella a Parigi, in agenda il prossimo autunno, mostrasse maggiore "coraggio". Il Papa ha anche detto di aver consultato dei tecnici ed esperti, vista la delicatezza delle questioni, e di aver parlato anche con il patriarca ortodosso Bartolomeo I e da sempre sensibile ai temi ambientali.
Da allora non si e' saputo molto altro, ma tanto e' bastato: il 2 giugno il colosso petrolifero Exxon ha addirittura inviato una propria delegazione a Roma per spiegare al Vaticano le proprie posizioni - distanti da quelle delle compagnie europee - sul riscaldamento climatico e l'estrazione del carbone, in vista del vertice di Parigi. Papa Francesco, che si e' già attirato le critiche delle lobby capitalistiche statunitensi quando nella Evangelii gaudium ha critica la teoria delle ricadute favorevoli in economia, sarà letto con attenzione da lobby e multinazionali a maggior ragione sui temi ecologici.
Quando Benedetto XVI ha pubblicato la Caritas in veritate, che conteneva una denuncia dei guasti della finanza e la previsione - profetica in quel momento - delle dimensioni mondiali della crisi finanziaria - i signori della finanza compresero molto bene la denuncia, ma non risposero più di tanto alle critiche.
Con i tassi di popolarità del papa latinoamericano, la risposta dei giganti dell'energia e del denaro, si misura già sulla fibrillazione precedente la pubblicazione.
La custodia del creato per papa Francesco è vocazione e responsabilità, forza contraria alla disgregazione, allo scarto e alla disumanizzazione. La teologia sarà quella francescana, dell'ambiente considerato non come cosa, ma come forma di vita e insieme di creature. L'approccio non potrà che invitare alla concretezza, come e' tipico di questo Papa che ama prendere il toro per le corna: cinque anni fa, come arcivescovo di Buenos Aires, con una commissione per i diritti umani ha fatto ricorso alla Corte suprema Argentina, contro la terribile deforestazione. Lo scorso 2 marzo, ha voluto la presentazione in Vaticano della Repam, la rete ecclesiale panamazzonica, nata dopo le sue parole in difesa dell'ambiente parole di papa Francesco a Rio, durante la Gmg del 2013, per unire le forze in difesa dell'Amazzonia, e per aiutare altre analoghe iniziative, nel mondo, a difesa di situazioni analoghe.
(giovanna.chirri@ansa.it)
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