Nonostante le molotov e le pietre lanciate ieri notte dal black bloc e dagli anarchici di Exarchia, rafforzati da almeno 14 'stranieri' (tra cui un italiano) arrestati dalla polizia, Alexis Tsipras resta in sella, prepara il rimpasto di governo e vince la sfida che gli avevano lanciato la Germania e l'Europa. Non credevano che sarebbe mai riuscito a far approvare le prime riforme. Invece i 300 deputati del Parlamento la scorsa notte gli hanno detto 229 volte sì, 64 no, 6 astenuti e 1 assente.
Che dall'ala "neo comunista-stalinista" di Syriza siano arrivati 32 'no' (con quelli del ministro dell'energia Lafazanis, dei vice delle finanze Valavani e della difesa Isychos, più quelli della presidente della Camera Zoe Konstantopoulou e dell'ex ministro Varoufakis) più 6 astensioni e un' assenza, è politicamente rilevante. Può preoccupare per la messa in atto del lungo percorso di riforme, appena cominciato.
Ma intanto il suo governo ha dimostrato all'Europa di fare sul serio. Tanto che i regimi Iva cambieranno già da lunedì.
Ed oggi, vista da Atene la spaccatura di Syriza sembra un' ammaccatura vista la raffica di notizie che arrivano dall'Europa: Bce che aumenta il livello dell'Ela permettendo la riapertura delle banche da lunedì prossimo, Eurogruppo che approva il piano di aiuti triennali, Fmi e Draghi che 'sponsorizzano' la ristrutturazione del debito, Jean Claude Juncker che assicura il prestito-ponte almeno fino a metà agosto. Persino il parlamento finlandese che approva la trattativa per il terzo piano di salvataggio.
In un sondaggio riservato, la Syriza fedele a Tsipras viaggia attorno al 40%, nonostante la rabbia del popolo dell'OXI. Certo, in Grecia il consenso fa presto a svaporare. Ma intanto il ministro dell'Interno anticipa che ci potrebbero essere elezioni anticipate in autunno. Potrebbe essere il modo per fare pulizia in un partito come Syriza dalle troppe anime diverse.
Per il portavoce del premier, che oggi tace, l'attenzione è tutta per la realizzazione del piano di riforme. In realtà Tsipras riunisce il 'Comitato Centrale' nella sede del partito per lavorare da subito sul rimpasto. A inizio giornata veniva dato per possibile un annuncio già in giornata. Certamente ci sarà "entro pochissimi giorni". Lo 'junior partner' Anel del ministro della Difesa Kammenos, è rimasto fedele. I filo-europeisti Nea Demokratia, Pasok e To Potami, hanno confermato che daranno l'appoggio esterno. Secondo fonti governative, Tsipras sta pensando all'ingresso di alcuni tecnocrati di area Syriza.
La Cdu-Csu tedesca, che già a febbraio scorso per bocca di uno dei suoi massimi dirigenti aveva promesso che "non daremo mai il via libera agli aiuti se Tsipras non si rimangerà pubblicamente le promesse fatte, perché non possiamo permetterci che i governi popolari che hanno rispettato i patti vengano spazzati via da Podemos in Spagna o dal Sinn Fein in Irlanda", oggi è spiazzata da Tsipras. Persino l'incontentabile Wolfgang Schaeuble deve concedere che il sì del Parlamento greco è stato "un passo importante".
Un passo arrivato dopo che la notte scorsa, Tsipras ha ribadito che continuerà sulla linea della riforma totale della società greca. "Il vecchio establishment è finito", ha garantito. E nella polemica con i democristiani di Nea Demokratia, che gli rimproveravano di aver voluto un piano peggiore del loro, ha lanciato la sfida: io ho avuto un piano di investimenti, le riforme andavano fatte comunque e la ristrutturazione del debito ci sarà dopo la prima valutazione del terzo programma, "anche Angela Merkel lo ha promesso".
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