"Non c'è alcun editto bulgaro. L'editto bulgaro l'ha fatto Berlusconi. Il mio lavoro è governare e non fare liste di proscrizione". Matteo Renzi si smarca dalle accuse di voler occupare la Rai, a partire dal terzo canale, e lo fa in un'intervista al Tg3, messo sotto accusa dalla maggioranza dem perché ritenuto antigovernativo. A fare la domande, a Palazzo Chigi, è proprio il direttore Bianca Berlinguer finita nel mirino dei parlamentari, insieme al numero uno della rete Andrea Vianello, e per questo considerata in uscita al prossimo giro di nomine.
La scelta del premier è stata vista nella tv pubblica come un segnale di pace, o quantomeno di tregua. Renzi non ha sconfessato le dichiarazioni dei parlamentari della maggioranza del partito, a cominciare da quelle di Michele Anzaldi, finito nella bufera dopo gli attacchi a Berlinguer e Vianello, giudicati da M5S e sindacati "un nuovo editto bulgaro". "Finché la legge prevede che la commissione di Vigilanza Rai abbia il ruolo che ha - ha detto -, è sacrosanto che i suoi membri esprimano le proprie opinioni". Poi però alla domanda sull'opportunità di fare nomi e cognomi, ha precisato che "questo è un problema di chi fa nomi e cognomi", aggiungendo che "c'è chi la mattina guarda i dati dell'auditel e chi quelli dell'Istat".
La polemica del Pd contro Rai3 si era accesa con le accuse di "camorrismo" del governatore campano Vincenzo De Luca a Report e Presadiretta e ancor prima con le critiche dei membri della Vigilanza a Ballarò per lo spazio concesso a esponenti M5S. Lo stesso Renzi non aveva mancato di sottolineare i migliori risultati dell'ennesima replica di Rambo su Retequattro rispetto ai talk del martedì, Ballarò appunto e diMartedì. Il premier ha spiegato oggi di aver altro da fare la mattina, ma non gli sarà forse sfuggito che il veterano interpretato di Sylvester Stallone (ieri sera con il terzo film della serie) ha, per la terza settimana di fila, battuto i talk di Rai3 e La7, ancora fermi tra il 4 e il 5% di share.
L'intervento del premier è giunto al termine di una giornata in cui non erano mancate nuove critiche ad Anzaldi, anche dalla minoranza Pd. "Non tocca alla politica definire i contenuti di Tg e talk show - ha scritto su Twitter Roberto Speranza -. La libertà dei giornalisti è un bene prezioso. Le affermazioni di questi giorni può farle Berlusconi. Non certo il Pd". "I tempi in cui il presidente del Consiglio, a colpi di tweet, prometteva di liberare la Rai dalla morsa dei partiti sono davvero lontani", ha rincarato la dose Miguel Gotor.
Attacchi sono arrivati anche dall'opposizione. "Dichiarazioni e comportamenti gravissimi, un'ingerenza inconcepibile che non sembra voglia placarsi", ha affermato il presidente della Commissione di Vigilanza e deputato M5S, Roberto Fico. "È partita l'occupazione della Rai da parte delle truppe renziane, con alcuni pasdaran che lanciano minacce a destra e manca", ha aggiunto da Forza Italia Maurizio Gasparri.
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