Rappresentanti della resistenza iraniana hanno manifestato a Roma, davanti al Pantheon, contro le esecuzioni in Iran e l'attacco missilistico a Camp Liberty del 29 ottobre 2015.
I manifestanti, in collaborazione con l'ong Nessuno Tocchi Caino, hanno condannato l'esportazione del fondamentalismo islamico e l'appoggio del governo iraniano alla dittatura siriana e al continuo massacro dei cittadini siriani. 'Rohani deve essere processato per crimini contro l'umanità', recitavano alcuni cartelli citando le esecuzioni nel Paese 'il genocidio dei rifugiati iraniani a Camp Liberty e il massacro del popolo siriano'.
Serve "un cambio vero di regime", ha detto Sergio D'Elia, il segretario di Nessuno Tocchi Caino. "Le grandi emergenze di quell'area continuano a essere alimentate da un Paese che ha esportato la violenza, il terrorismo, l'insicurezza e l'instabilità", ha proseguito: "Oggi si vuole affidare il governo di queste emergenze a chi le ha provocate e continua a provocarle".
"E' incredibile che nel momento in cui si aprono le porte" all'Iran "non venga posta con fermezza la questione del rispetto dei diritti umani e del contenimento della pena di morte", ha detto da parte sua l'onorevole Elisabetta Zamparutti, tesoriere di Nessuno Tocchi Caino.
"Questo è davvero inaccettabile: non si può far finta che questo Paese sia riaccreditato nel consesso mondiale senza che venga richiamato al rispetto dei principi fondanti la comunità internazionale, che sono quelli legati al rispetto dei diritti umani", ha aggiunto Zamparutti ricordando che da quando è salito al potere nel giugno 2013 il presidente Hassan Rohani, in Iran ci sono state ben 2.277 impiccagioni.
"E' una cifra incredibile se paragonata a qualsiasi atro paese del mondo - ha commentato -. Il numero delle esecuzioni è in costante aumento. Il 2015 si è chiuso con almeno 980 esecuzioni e sul patibolo sono finiti anche minorenni".
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