Dopo l'esposto presentato da Graziano Delrio, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per scoprire se qualcuno ha prodotto un "dossier" contro il Ministro delle Infrastrutture. Quello del presunto dossier, con tanto di materiale fotografico, resta uno dei tanti punti ancora oscuri dell'inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata che, in più occasioni, ha tirato in ballo esponenti del Governo e che martedì prossimo vivrà un importante appuntamento con l'udienza al Tribunale del Riesame sui ricorsi contro le misure cautelari eseguite lo scorso 31 marzo.
Fra tre giorni, nel Palazzo di Giustizia di Potenza, ci saranno anche i legali dell'Eni per chiedere il dissequestro di alcuni impianti del Centro Oli di Viggiano (dove la produzione è sospesa proprio dallo scorso 31 marzo). Intanto oggi - con un'intera pagina, a pagamento, su alcuni quotidiani - la compagnia petrolifera ha ribadito di "considerare ogni area in cui siamo presenti come casa nostra e per nessuna ragione metteremmo a repentaglio chi la abita e ci lavora".
I pm hanno continuato a lavorare anche nel fine settimana. Nessun commento da parte loro sulle critiche arrivate dal premier Matteo Renzi alla pubblicazione di alcune intercettazioni con nomi di ministri e sottosegretari, ma una parola sull'argomento è stata spesa da Piercamillo Davigo, appena eletto presidente dell'Anm: "Momenti difficili" tra la politica e la magistratura - ha detto - "ci sono da quando faccio il magistrato".
E, implicitamente replicando al premier e all'idea di riforma delle intercettazioni, ha aggiunto: "La pubblicazione di intercettazioni non pertinenti è già disciplinata dal reato di diffamazione. Non vedo il problema". Ai magistrati potentini serve ora un po' di tempo per ordinare e studiare la mole di atti in mano ai magistrati, e riprendere il filo, anche alla luce dei colloqui di lunedì scorso con la Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, e con l'ex Ministra allo Sviluppo economico, Federica Guidi (dello scorso giovedì): i verbali sono ovviamente secretati ma soprattutto quello della Ministra dimissionaria, ("parte offesa" nelle indagini, ma al centro della bufera mediatica), deve essere "incastonato" nel materiale già in possesso dei pm. Per il momento - anche in vista delle prossime udienze del Riesame - non sono previsti altri "colloqui" con personaggi di spicco comparsi nelle intercettazioni, al netto di richieste specifiche dei legali. Hanno chiesto di essere ascoltati, infatti, l'ormai ex compagno di Guidi, Gianluca Gemelli - una delle figure centrali, secondo gli investigatori, della "combriccola" - e il capo di Stato maggiore della Marina militare, l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, il quale, attraverso il suo avvocato, ha fatto sapere di voler essere interrogato dai magistrati, e di essere completamente estraneo alla vicenda. E' anche possibile che qualche pezzo dell'inchiesta sul petrolio lucano possa lasciare la Basilicata. La "combriccola" millantava interessi in varie aree del Paese, a partire dal "filone siciliano".
E la Procura di Roma ha anche aperto un fascicolo (finora senza né ipotesi di reato né indagati) sul presunto "dossier" su Delrio, che ieri ha ribadito di "non essere mai stato ricattato" e di "non essere ricattabile". L'esposto riguarda una conversazione del gennaio 2015 tra Gemelli e l'ex funzionario della Ragioneria di Stato e poi consulente del Ministero dello Sviluppo economico, Valter Pastena: entrambi sono indagati. Sulla vicenda, che coinvolgerebbe un carabiniere, anche il Comando generale dell'Arma ha chiesto che venga fatta chiarezza prima possibile.
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