"Ti ricordi ancora cosa hai ordinato al nostro primo appuntamento?". "Certo, e tu?". "Io conservo ancora lo scontrino...". Nunzio e Nicola, insieme da 13 anni, sono seduti al tavolino di un bar non lontano da Montecitorio.
Mercoledì pomeriggio hanno assistito dalla tribuna dell'Aula a tutto il dibattito che ha portato all'approvazione in via definitiva della legge sulle unioni civili. E mentre brindano, rilassati, al "grande traguardo" raggiunto dal nostro Paese, ripensano ai lunghi anni trascorsi insieme. In attesa che finalmente la loro relazione faccia un passo avanti sul piano dei diritti: "E' già tutto pronto, presto ci 'sposeremo'. Anche se ormai - scherzano - la nostra è più un'età da divorzio".
Nunzio Liso, di Andria, ha 58 anni. E' un imprenditore agricolo e in passato ha ricoperto alcune cariche politiche in città e provincia. Nicola Giuliani, di Bisceglie, ne ha 47. E' biografo e ricercatore.
Una relazione serena la loro, cominciata nel 2003. "L'anno in cui ho fatto coming out", ricorda Nunzio. "La nostra relazione è stata accettata subito dalle famiglie e coronata da una lunga serie di affollati pranzi della domenica". "Ci siamo conosciuti online - confessa Nicola - e dopo alcuni mesi abbiamo cominciato una convivenza". Di fatto, non di diritto. "Finora abbiamo sempre potuto contare sul buon senso delle persone, che ci hanno riconosciuto come coppia e non ci hanno mai discriminato - dice Nunzio - ma vivevamo sempre nell'inquietudine di non poter contare, se fosse successo qualcosa di brutto all'altro, sulla comprensione da parte degli altri". In caso di malattia, ad esempio.
"Ora finalmente potremo stare più tranquilli: su tasse, imposte di successione, reversibilità della pensione,... Finora ci siamo tutelati con un testamento, ma, si sa, non è la stessa cosa, perché per la legge risultiamo due estranei". Da anni, dunque, Nunzio e Nicola, aspettavano questo giorno. E sono partiti alla volta di Roma per assistere in diretta al "cambiamento storico": "Un po' come una partita di calcio - spiega Nunzio - vederla alla tv non dà la stessa emozione di quando si è seduti sugli spalti di uno stadio. Così abbiamo chiesto di poter seguire il dibattito politico dalla tribuna dell'Aula". Ora i due non si sentono "più famiglia" di prima, "lo siamo sempre stati". "Ma appena possibile - puntualizza Nicola - ci 'sposeremo', cioè celebreremo la nostra unione". "Sarà un evento sobrio in comune a Bisceglie - precisa Nunzio - a cui seguirà una festa ad Andria".
"Il format è già tutto pronto - sorride Nicola - ci manca solo il via libera". Nunzio e Nicola non hanno figli. Però lo stralcio della step child adoption dal disegno di legge originale rimane un neo al provvedimento approvato mercoledì: "Meglio un bambino adottato da una coppia che si ama, piuttosto che un bambino abbandonato", dicono. "Non permettere a una coppia omosessuale di adottare un bambino è segno di discriminazione. Come lo è aver previsto per le coppie omosessuali un istituto con gli stessi diritti del matrimonio ma separato da questo". Per ora però va bene così. "Un grande passo avanti finalmente l'Italia l'ha fatto".
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