Solo pochi giorni fa Vasco Rossi aveva festeggiato gli 86 anni di Marco Pannella con un videomessaggio e gli auguri fatti arrivare tramite Radio Radicale. Nel segno dell'amicizia, della stima, del rispetto reciproco che in tanti anni hanno coltivato. Oggi un nuovo messaggio del rocker di Zocca, affidato a Facebook, per l'ultimo saluto, quello senza replica. "C'è chi Pannella", lo intitola il Blasco, parafrasando la sua celebre canzone "C'è chi dice no".
Quando Vasco disse al Tg1: 'E' il mio alter ego politico' VIDEO
Il dissenso fatto persona, il dissenso incarnato da Marco Pannella. "Un idealista nel tentativo di cambiamento della società italiana, un uomo politico onesto che, al posto dei salotti, sceglie sempre la provocazione e la piazza", lo definisce Vasco, uno che "ha sacrificato il suo patrimonio personale. Quanti altri lo fanno?" "Quando io incominciavo la mia avventura rock e scrivevo e cantavo le mie prime provoCanzoni, Non siamo mica gli americani, Sensazioni forti, Colpa d'Alfredo, Albachiara, Marco Pannella e i radicali conquistavano le prime roccaforti di una civiltà libera: il divorzio e l'aborto", ricorda Vasco Rossi. "Oggi diamo tutto per scontato - continua l'artista -. Talmente assuefatti che quasi non ci accorgiamo che ogni tanto (e per motivi non proprio nobili) ci vengono messi in dubbio quei diritti civili che abbiamo acquisito e conquistato con molta fatica 'nel secolo scorso' o, se preferite, soltanto 40 anni fa! L'aborto, per esempio, viene continuamente e puntualmente messo in discussione, non parliamo poi di discriminazione di sesso, colore della pelle, religione. C'è chi dice Pannella. Marco Pannella, sinonimo di Radicali che esistono e servono proprio a questo: a ricordarci che non si smette mai di combattere per la difesa dei diritti civili". Da sempre simpatizzante dei radicali ("quando Pannella fondava il partito radicale nel 1955, io avevo 3 anni. Non voglio dire che simpatizzavo già allora, ma un po' di anni più tardi sì"), Vasco fa un tuffo indietro nel tempo. "Erano gli anni '70, i favolosi anni della presa di coscienza politica, della "fantasia al potere", delle grandi battaglie e delle grandi conquiste. Non avevo ancora ben chiaro quale sarebbe stato il mio futuro, di certo non mi vedevo seduto dietro a una scrivania o in banca. Vivevo nell'immediato, frequentavo gli ambienti anarchici, facevo teatro sperimentale, suonavo la chitarra, scrivevo canzoni e correvo dietro alle ragazze. Le idee radicali di Pannella, per combinazione, erano molto simili alle mie, ai temi delle mie canzoni: abbattere il pregiudizio, sospendere il giudizio, tolleranza, anticlericalismo e antiproibizionismo. L'uomo e i suoi diritti al centro di tutto, davanti anche alle logiche di partito, di sinistra destra o centro. Avevo praticamente il mio alter ego politico: anticonformista, contro l'ipocrisia. Un provocatore di coscienze. Decisamente Rock". "Mi ha inseguito per anni chiedendomi di candidarmi. Io non ho mai ceduto alle sue lusinghe e ci ho sempre riso su ripetendogli: sei già tu il mio alter ego politico! Io sono una rockstar. A ognuno il suo mestiere!"
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