ROMA - Dopo la traumatica uscita della Gran Bretagna i tre Paesi "forti" dell'Unione europea si consultano in un vertice estivo con l'obiettivo di mettere a punto le contromosse per far uscire la Ue dalla profonda crisi di fiducia che spazza il continente da nord a sud. E cercano ispirazione a Ventotene dove forse possono ritrovare l'energia dei Padri fondatori dell'Unione per uno scatto di reni ormai indispensabile. L'agenda è già di per se ricca e si articola su tre capitoli già abbozzati nel vertice di Berlino del 27 giugno: lavoro e giovani, attraverso una moltiplicazione di fondi e progetti accompagnati da interventi per abbattere la disoccupazione; sicurezza e soprattutto un'accelerazione sull'antico progetto di una Difesa europea; e naturalmente crescita ed investimenti, con il tagliando del piano Juncker. Ma è chiaro che Matteo Renzi, Francois Hollande ed Angela Merkel dovranno partire da molto più indietro, cercando di accantonare, almeno nell'isola Pontina, gli interessi nazionali per riagganciare i cittadini dei 27 Paesi europei al progetto di Altiero Spinelli.
E tra sogno e necessità rientra a tutta forza l'idea di una Difesa congiunta che possa identificare la Ue nel mondo come una potenza militare capace di dare risposte efficaci almeno nello scacchiere mediterraneo. E invertire anni di latitanza europea nelle crisi globali. A confermare che Renzi spingerà per una "Schengen della Difesa" è il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova: "trovo molto positivo che da parte italiana il presidente del Consiglio, sulla base di un documento elaborato dal ministro Gentiloni e dal Ministro Pinotti, metta al centro della discussione la proposta di avviare una Schengen della Difesa, quindi un accordo concreto e percorribile in tempi relativamente rapidi di integrazione di alcune funzioni legate alla difesa comune", ha spiegato oggi. Ma è chiaro che l'informalità del Vertice permetterà discussioni molto franche, assolutamente necessarie per gli assetti prossimi della Ue e lo stato delle relazioni tra Italia, Germania e Francia. Che Roma sia in queste settimane sotto osservazione speciale non è un mistero: l'incrocio tra il passaggio referendario, i dati negativi sulla crescita del Debito e una Finanziaria tutta da costruire portano gli analisti a guardare con attenzione alle prossime mosse del premier. Non a caso, solo per fare un esempio, l'autorevole Times ieri titolava così un pezzo sull'Italia: "Renzi si salva la pelle con un accordo sulla Brexit" con un chiaro riferimento alle richieste italiane di maggiore flessibilità. Secondo il giornale conservatore britannico il premier italiano sarebbe pronto ad un accordo con la cancelliera tedesca Angela Merkel, favorevole alla linea soft nei confronti dell'uscita britannica dall'Ue, in cambio di concessioni sull'austerità chiesta da Bruxelles all'Italia. Solo speculazioni da oltremanica, probabilmente. Di certo i tre leader non potranno evitare un passaggio riservato su quale sarà la quota di austerità dell'Europa 2017 e un confronto operativo sulla crisi siriana e libica, con tutte le implicazioni che hanno sui flussi migratori.
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