"Il commissario del Pd Roma e presidente del Pd Matteo Orfini, uno che non ha mai amministrato nulla, ha chiuso circoli, ha lasciato debiti con le morosità delle sezioni, ha portato alla più grave disfatta del partito a Roma dagli ultimi 30 anni: in un'azienda uno così si dimetteva e invece resta attaccato alla poltrona". Così l'ex sindaco Ignazio Marino a In 1/2 ora su Rai Tre.
"Renzi ha fatto un errore gravissimo perchè ha allontanato un sindaco che stava facendo ciò per cui lui era piaciuto al paese, un programma di liberalizzazioni per recuperare denaro per il debito. Credo che il presidente del Consiglio, che è scaltro e intelligente, è stato molto malconsigliato. Diversamente mi avrebbe sostenuto", ha spiegato Marino.
"Trovo disgustoso chi accusa un ex presidente del Consiglio di essersi impegnato per il No al Referendum per una poltroncina: chi dice questo si deve vergognare, chiudersi a casa e non uscire mai più, ha aggiunto Marino, precisando che domani non andrà alla direzione del Pd. "Non sono mai stato uomo di partito, sono entrato due o tre volte nella sede di Pd, io sono proprio l'antitesi dell'uomo partito", ha aggiunto.
"Oggi il vicepresidente del Csm Legnini, uno dei primi a telefonarmi dopo la mia assoluzione, spiega come bisogna condurre le indagini quando si accusa persona: vanno cercate prove a carico ma anche a discolpa dell'indagato", ha detto ancora Marino a In 1/2 ora su RaiTre. "Io ringrazio i miei avvocati che hanno usato indagini difensive io ho sempre creduto nella giustizia", ha detto ancora Marino precisando di non decaduto da sindaco "a causa della Procura di Roma" ma perchè "Orfini ha convocato gli assessori prima e i consiglieri poi dicendo che dovevano dimettersi violentando la volontà di 700 mila elettori".
"Al Pd non convenivo per scelte manager e Olimpiadi" - "Orfini mi ha difeso in un primo momento perchè c'era Mafia Capitale e il Pd aveva arrestati e indagati e dunque gli conveniva sostenermi. Poi però non convenivo più". Così l'ex sindaco Ignazio Marino a In 1/2 ora su RaiTre. "Non convenivo quando volevo scegliere i manager di Acea e delle partecipate e volevo gente selezionata sul mercato -ha proseguito Marino- Non convenivo quando ho detto che volevo Olimpiadi che lasciassero un lascito alla città e invece il Presidente del Coni e di Roma 2024 volevano costruire a Tor Vergata, in un'area incolta e lontana da tutto. Non convenivo quando ho sospeso il monopolio di Ceroni".
"Elicottero Casamonica? Colpa del ministero della difesa" - Non solo le cene incriminate ma "la panda Rossa e i funerali di Casamonica", con questi argomenti sono stato attaccato e sbeffeggiato politicamente". Così l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino a In 1/2 ora. "Mi accusarono di un elicottero che si era alzato in volo sopra Roma in giorni di grande fibrillazione per la sicurezza -ricorda Marino- ma persino il sindaco di New York De Blasio mi disse 'Ma il responsabile dello spazio aereo di una città è il ministro della Difesa!'. La mia colpa è stata non dire subito di chi era stata responsabilità di quell'episodio". Marino ha parlato poi della Panda Rossa, la sua auto che risultò essere transitata nel centro storico col permesso scaduto. "La storia della Panda ha fatto il giro del mondo come a diro che io ero il primo a non rispettare le regole della città di cui ero sindaco -ha detto Marino- Io andavo in bici e avevo solo l'auto privata. La Procura sulla questione aprì un'inchiesta accertando che il fascicolo del mio permesso del centro storico era stato hackerato e le multe arrivate io le ho pagate, perché le multe vanno pagate".
"Se il Pd sopravviverà? Penso e spero di sì, credo in un paese moderno in cui ci sia un gruppo che rappresenta il riformismo e cambiamento, e penso che possa essere il Pd". Così l'ex sindaco Ignazio Marino a in 1/2 ora su Rai tre. L'ex sindaco ha detto di aver ricevuto messaggi e telefonate da Veltroni, Legnini, Bassolino, D'Alema, Cuperlo, Bersani, Speranza.