Fa discutere il caso di psicosi scattata in un cinema di Torino, dove una parte del pubblico è uscita dalla sala fraintendendo messaggi e gesti scambiati da una famiglia marocchina, di cui facevano parte due giovani sordomuti. "Sono situazioni che dimostrano intolleranza e la poca informazione, anche se si può capire la paura della gente". E' il commento di cui si fa portavoce Mohamed Jamoul, esponente marocchino della Consulta giovanile del Consiglio regionale del Piemonte.
Lo scambio di messaggi tra due coniugi, la figlia e il suo fidanzato, distanti tra le file della sala cinematografica alla periferia della città, aveva generato il panico tra gli spettatori, che temevano la preparazione di un attentato. La reazione del pubblico aveva causato l'interruzione della proiezione del film e il gestore aveva chiamato i carabinieri.
"Mi spiace, noi volevano solo divertirci un po' - spiega la donna in un'intervista pubblicata da La Stampa e La Repubblica - mia figlia ci ha regalato i biglietti, tutti distanti tra loro però, perché la sala era piena. Quando è arrivata una scena di nudo mia figlia ha cominciato a mandare messaggi per la vergogna scusandosi con me e mio marito, ma io le ho detto di stare tranquilla. Tutto qui".
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