Reporters sans Frontieres bacchetta Beppe Grillo sulla libertà di informazione. Un richiamo esplicito, per nome e cognome, da parte di quella stessa organizzazione che il leader di M5S ha spesso usato come pietra angolare per censurare la stampa italiana. E che ora, a sorpresa, chiama in causa proprio lui. Nel rapporto 2017 Rsf segnala un balzo in avanti dell'Italia nella classifica mondiale della libertà d'informazione. La situazione migliora: rispetto al 2016, il nostro Paese guadagna 25 posizioni passando dal 77/o al 52/o posto. E però - deplora l'organismo con sede a Parigi - restano "intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce", nonché "pressioni di gruppi mafiosi e organizzazioni criminali". Poi la bordata contro quei "responsabili politici, come Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle, che non esitano a comunicare pubblicamente l'identità dei giornalisti che danno loro fastidio". Immediata la replica del diretto interessato.
"Oggi ho scoperto di essere io la causa del problema di libertà di stampa in Italia (...) La colpa è mia", ironizza sul suo blog, prima di aggiungere: "In un Paese in cui un ex premier condannato tiene in mano tre tv da oltre 20 anni, dove molti giornali nazionali sono amministrati da editori impuri iscritti a partiti politici o, peggio ancora, dove alcuni quotidiani sono persino proprietà diretta di partiti politici, il problema sono io, che scrivo su un blog. La colpa di questo sistema informativo marcio è mia...". Poi cita Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, che ha "riconosciuto" al suo Movimento il primato della lotta per "un'informazione libera, indipendente e accessibile a tutti", in occasione di 'Italia 5 Stelle' a Palermo.
"Sorpreso" per il giudizio di Reporters sans Frontieres il vicepresidente M5S della Camera, Luigi Di Maio. "Per noi - afferma - il problema del giornalismo in Italia è l'assenza dei una legge sul conflitto di interessi e la lottizzazione della tv pubblica". Mentre diversi esponenti del Pd tuonano contro i grillini. "Grillo e il M5s sono un problema per la libertà di informazione in Italia: intimidazioni e fake news", attacca su Twitter Alessia Morani, vicepresidente dei deputati dem. Parole a cui fa eco su Facebook la compagna di partito Lorenza Bonaccorsi: "Un anno fa, per attaccare la stampa e il lavoro dei giornalisti in Italia, Grillo citava espressamente il rapporto di Rsf. Oggi è proprio il rapporto di Rsf a puntare il dito contro Grillo e le sue liste di proscrizione contro i cronisti.
Cosa dirà oggi Grillo? Citerà Rsf anche contro se stesso?". Nel centrodestra, Elvira Savino (Forza Italia) spiega che oggi "non è in pericolo soltanto la libertà di stampa, ma la libertà in quanto tale. Un movimento politico come quello dei 5 stelle in cui chi dissente viene cacciato, dove si parla solo se autorizzati dal capo e che disattende le votazioni degli iscritti, come è avvenuto a Genova per la scelta del candidato sindaco, è un movimento profondamente illiberale". Da parte sua Matteo Salvini, leader della Lega, non entra nella polemica su Grillo ma deplora il 52/o posto dell'Italia, bastonando i giornalisti. "Che brutta cosa essere servi - scrive su Facebook -. Per fortuna che esiste la Rete, anche se la Boldrini la vuole imbavagliare".
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