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Mattarella: 'Non appagati da ripresa, colmare squilibri'

Mattarella: 'Non appagati da ripresa, colmare squilibri'

Il capo dello Stato: 'Ripresa c'è e sono migliorati livelli occupazionali'

ROMA, 30 novembre 2017, 13:42

Redazione ANSA

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Il presidente Sergio Mattarella in una foto d 'archivio/ foto us Quirinale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente Sergio Mattarella in una foto d 'archivio/ foto us Quirinale - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente Sergio Mattarella in una foto d 'archivio/ foto us Quirinale - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Questo periodo registra una ripresa dai ritmi più sostenuti. E' un risultato a cui miravamo ma non possiamo sentirci appagati". Lo ha detto il Presidente Sergio Mattarella, intervenendo alla Cerimonia di consegna delle onorificenze ai cavalieri del Lavoro. "Sono migliorati i livelli occupazionali, il mercato del lavoro nel suo insieme suscita ulteriori attese positive. La crescita del Pil è migliore delle previsioni. La ripresa tuttavia - ha aggiunto - non ha ancora ben inciso sugli squilibri creati dalla crisi che vanno affrontati e colmati".

"Nel tempo della quarta rivoluzione industriale, non si è certo ridotto il valore sociale dell'impresa; questo, anzi, ha assunto valenze ulteriori nelle dimensioni globali del mercato", dice il presidente della Repubblica ai Cavalieri del Lavoro. E sui giovani sottolinea: "La mobilità nello studio, nella ricerca, nel lavoro è utile ai giovani e alla società. Ma quando l'esodo dall'Italia è determinato da una costrizione, e quando il rientro è reso problematico, se non addirittura impossibile, allora si registra un danno molto pesante cui è necessario porre rimedio".

Per il Capo dello Stato, "lo sviluppo sostenibile è l'obiettivo a cui bisogna tendere. La sostenibilità non riguarda soltanto i necessari equilibri dell'ambiente: sostenibile è una crescita che include, che rafforza la coesione nella società, che riduce le diseguaglianze; e che allarga la rete della integrazione e della cooperazione internazionale". Oggi "andiamo verso una società che, per diversi aspetti, sarà differente da quella che abbiamo conosciuto": Mattarella quindi avverte che "non dobbiamo aver paura di innovare, di misurarci con nuove sfide, di entrare in nuovi mercati, di creare nuove connessioni per mettere in rete la qualità e il talento italiani: per farlo al meglio è necessario progettare, guidare il cambiamento.

Occorre scommettere sulla ricerca, favorire gli investimenti, indirizzare il lavoro nei settori di tecnologia più avanzata, con le ricadute più significative sulle filiere del nostro sistema". Anche il fronte "delle conoscenze, delle competenze, della formazione" è "una priorità fortemente connessa al lavoro.

Avremo bisogno nei prossimi anni di competenze e di professionalità, alcune delle quali ancora neppure interamente definite: dobbiamo farci trovare pronti". Se "l'automazione e la robotica possono ridimensionare - nel medio e nel lungo periodo - l'offerta in termini di ore di lavoro, anche se può offrirci, anche nel breve, diverse opportunità, anche in campi inediti. Il compito che abbiamo davanti è quello di ripensare il legame tra lavoro e welfare per aggiornarlo alle nuove domande, non certo per demolire il modello sociale europeo, base di democrazia con il suo criterio universale di cittadinanza". "L'impresa e le altre parti sociali hanno un ruolo fondamentale nel gestire al meglio questi cambiamenti".

L'Italia, dice il Capo dello Stato, "ha le risorse per essere artefice del proprio futuro. Ma questa partita va giocata insieme, con il concorso di tutte le componenti della società. E le imprese sono attori importanti, determinanti, per il risultato della compagnia Italia". E "decisiva sarà anche la consapevolezza e la forza che l'Unione Europea metterà in campo.

E' l'Europa il soggetto che può agire efficacemente nella scala globale, e che deve esprimere l'energia per incidere sui processi sempre più veloci. E' compito anche del nostro Paese - e responsabilità delle sue classi dirigenti - spingere l'Europa a rispondere alle aspettative dei suoi cittadini ed essere, in tal modo, fedele al suo compito storico. Nessuno si avvantaggerebbe di un eventuale fallimento europeo, così come, oggi, tutti paghiamo le conseguenze di incertezze, di squilibri interni, di ritardi del Continente".
   

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