Giulio Andreotti nel Pantheon della nuova Lega di Matteo Salvini? A lanciare l'idea è Giulia Bongiorno, già avvocato del "Divo" Giulio, ed oggi candidata con la Lega di Salvini, sempre più diversa da quella "nordista" delle origini di Bossi e Maroni. Non a caso il Governatore della Lombardia ha reagito, dando voce allo stupore di molti leghisti, che hanno rilanciato sui social le sue parole, riaprendo la querelle già vista dopo il passo indietro dello stesso Maroni alle prossime Regionali. Dopo aver sorpreso tutti giovedì con l'annuncio della sua candidatura con la Lega, visti i suoi trascorsi garantisti e la sua precedente esperienza con Gianfranco Fini (tra i primi sostenitori dello ius soli), oggi Bongiorno coglie in contropiede i suoi nuovi compagni di viaggio, arruolando Giulio Andreotti: "Siccome la Lega di Salvini, per prima cosa, ha il pragmatismo nella sua politica, credo che ad Andreotti la mia scelta sarebbe piaciuta", ha detto al Messaggero. "Questa Lega nazionale e concreta - ha detto a Repubblica - l'avrebbe approvata, quella che si preoccupava solo del Nord no".
Giulia Bongiorno: "Questa Lega nazionale l'avrebbe approvata anche Andreotti”. È davvero cambiato il mondo: io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) 19 gennaio 2018
Ieri la presentazione della candidatura dell'avvocatessa con Matteo Salvini.
Insomma, dal cappio sventolato dal leghista Luca Leoni Orsenigo in Aula il 16 marzo 1993, in piena Tangentopoli contro Craxi e Andreotti, sembra passato davvero tanto tempo, così come dagli affondi di Bossi contro Andreotti: ''Andreotti - disse il Senatur il 27 marzo 1992 - nella 'cosca' del Palazzo, tra tutti i suoi complici, è certamente il 'capobastone' ed è anche il più obliquo e il più addestrato nel 'gioco' delle tre carte''. Insomma il "Divo" rappresentava la politica di "Roma ladrona" per eccellenza. "E' davvero cambiato il mondo - è sbottato Maroni su Twitter - io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti". Il "cinguettio" di Bobo è stato subito rilanciato sui social da attivisti del Carroccio che evidentemente non sono d'accordo a trovare Andreotti nel loro Walhalla. E sui social molti di essi non rimproverano alla penalista romana solo le frasi su Andreotti, ma i suoi trascorsi professionali ("ha difeso il mafioso") e soprattutto politici ("stava con Fini", "si è candidata con Monti"). Insomma si contesta a Salvini la stessa candidatura ("e la mette pure capolista"). L'attuale leader del Carroccio però non indietreggia: "Sono contento della candidatura della Bongiorno ma non sarà l'unica esterna: ci sono tante altre personalità che hanno accettato di correre con la Lega perché approvano il suo programma". E se saranno candidati più esterni al Carroccio, significa che ce ne saranno meno vicini al governatore uscente della Lombardia. Le parole di Bongiorno non piacciono nemmeno agli ex Dc, anch'essi indignati sui social, dove Marco Follini ha scritto che la penalista romana "fa torto sia a Salvini che ad Andreotti". Salvatore Margiotta, senatore Pd e storia scudocrociata alle spalle spiega: "un democristiano non si sarebbe mai candidato nella Lega di Salvini. Quel partito aveva valori opposti: europeista, antirazzista, antifascista, ispirato alla dottrina sociale della Chiesa". Paolo Cirino Pomicino, andreottiano di ferro, reagisce con fermezza: "Giulia Bongiorno e' una carissima amica e un avvocato valente ma sul piano politico non ha nulla a che fare né con Giulio Andreotti né col cattolicesimo politico". E non mancano i giudizi irridenti degli avversari politici: " la Lega di Matteo Salvini è proprio allo sbando, stando alle ultime novità, cioè alla surreale irruzione nel dibattito tra le sue componenti niente di meno che del senatore Andreotti". E il Divo Giulio non avrebbe mai pensato che il 19 gennaio 2018 il suo nome sarebbe entrato nella top ten degli Hashtag su Twitter.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA