Con un messaggio di attenzione e solidarietà alla provincia di Macerata, il reggente del Pd Maurizio Martina ha aperto l'assemblea dei parlamentari Dem, convocata in vista del secondo giro di consultazioni. Alla riunione non è presente, come annunciato, l'ex segretario Matteo Renzi. E' assente il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Lo scenario vede il Pd posizionato sulla linea decisa dalla direzione: il giudizio severo del 4 marzo ci impone una riorganizzazione profonda, non siamo noi a poter esprimere una opzione di governo. Lo ha detto, a quanto si apprende, il segretario reggente Maurizio Martina, facendo il quadro della situazione dopo il primo giro di consultazioni, in apertura dell'assemblea dei gruppi Dem al Nazareno.
"Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio, la sua è una logica irricevibile - ha detto Maurizio Martina ai gruppi Pd, ribadendo la linea dell'opposizione che non vuol dire stare "sull'Aventino" -. Pd e Lega non sono certo interscambiabili. Denunciare questo non significa essere indifferenti a quello che accade. Dobbiamo interpretare fino in fondo una posizione onesta e limpida, dicendo chiaramente che noi siamo parte di una iniziativa che si svilupperà per le vie parlamentari, senza stare alla finestra".
Matteo Renzi, a quanto si apprende, ha confermato la sua intenzione di parlare soltanto il 21 aprile, in assemblea nazionale. La scelta di non partecipare alla riunione di oggi - racconta chi gli ha parlato - è dettata dalla volontà di non condizionare il dibattito interno del Partito democratico.
"Io credo che non basti assistere a quello che avviene. Nessuno ha vinto in modo tale da poter governare il Paese e allora penso che non basti più soltanto assistere - ha detto Dario Franceschini, a quanto si apprende, nel suo intervento in assemblea dei gruppi Pd -. La prima fase, con la direzione che ha dato la linea dell'opposizione, penso sia stata giusta, ma oggi dobbiamo prepararci a una seconda fase. Non sto proponendo un governo con M5s o di entrare in un governo Di Maio". "Dobbiamo dire in questo momento che l'interesse del Paese, che viene prima di quella del partito, ci porta a contrastare l'ipotesi di un governo M5s-Lega - ha aggiunto -. Dobbiamo fare tutto il possibile nelle condizioni date perché quella cosa non avvenga: evitare la nascita di quel governo, che non conviene al Paese ma penso non convenga neanche al Partito democratico".
Non possiamo non stare all'opposizione. Così, a quanto si apprende, il presidente del Pd Matteo Orfini ha replicato in assemblea dei gruppi all'intervento di Dario Franceschini, che ha invitato ad aprire una nuova fase nel dialogo sul governo. "Qui nessuno - sottolinea Orfini - pensa che voi vogliate fare i ministri in un governo Di Maio ma dobbiamo chiudere il ragionamento di Dario ricordando che il 50% degli italiani ha votato i sovranisti. Noi li abbiamo contrastati nella legislatura scorsa, oggi hanno l'onere primo di tentare di governare l'Italia".
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