Veti incrociati e ultimatum fra Lega e Fi su governo di tregua e alleanza col M5s. Giorgetti chiede a Berlusconi di appoggiare un esecutivo Lega-M5s e avverte: 'Se vota il governo del presidente finisce l'alleanza'. Risponde Gelmini: 'Non ci sono le condizioni' per il sostegno a un governo neutrale, ma è pure 'irricevibile' la richiesta di appoggio all'intesa con i Cinquestelle se restano i veti su FI.
Il Quirinale è al lavoro per definire la squadra del governo di garanzia, l'incarico non sarà affidato prima di domani. Mattarella striglia i partiti: 'Io sono arbitro imparziale, ma serve la correttezza dei giocatori'.
Il 19 maggio l'assemblea nazionale del Pd che sceglierà se convocare il congresso o eleggere il segretario.
"Certo, sarebbe un grosso problema, credo di sì". Così il capogruppo della Lega alla Camera, Giancarlo Giorgetti risponde a chi gli chiede se l'eventuale appoggio di Berlusconi al governo 'neutrale', a suo giudizio, segnerebbe la fine dell'alleanza di centrodestra. "Oggi, domani, nei prossimi giorni e i prossimi mesi continueremo i nostri sforzi per cercare quelle soluzioni possibili per far nascere un governo politico voluto dagli italiani: continuiamo a chiedere a Silvio Berlusconi un gesto di responsabilità in modo da permettere la nascita di questo esecutivo".
Proposta "irricevibile", replica Maria Stella Gelmini, capogruppo Forza Italia alla Camera. "Oggi - prosegue - chiedere a FI di dare l'appoggio esterno mi pare una domanda malposta che non può che avere una risposta negativa".
"Si deve andare a votare il prima possibile. Luglio è un problema. Noi abbiamo intenzione la settimana prossima di chiedere di emanare un decreto di emergenza ad hoc che consenta di modificare un parametro sul voto degli italiani all'estero e quindi andare a votare anche a giugno", ha detto il leader del M5S, Luigi Di Maio, a "Dimartedì", su La7.
"Se il Pd è ancora Renzi, come ha dimostrato, e dopo che hanno aperto al dialogo al Colle hanno poi chiuso in una trasmissione tv io col Pd non voglio averci mai più nulla a che fare", ha aggiunto Di Maio.
"Ci abbiamo provato in tutti i modi - ha anche detto il leader del M5S -, questi 65 giorni sono stati i giorni della verità, in cui abbiamo capito perché i partiti stanno finendo. Le abbiamo provate tutte per dare al Paese un governo del cambiamento". "Io una cosa ho detto a Salvini, non posso fare il governo del cambiamento con Silvio Berlusconi, se il problema sono io faccio 100 passi indietro", sottolinea. "Dopo 65 giorni ho smesso di sperare che ci possa essere una svolta" dalla Lega, "certo potevamo fare insieme un po' di cose per gli italiani", ha detto ancora Di Maio. "Ora se ci dovessero essere delle novità devono andare dal presidente della Repubblica e spiegare per filo e segno di che novità si tratta. Se c'è una persona a cui stiamo minando la pazienza è il presidente della Repubblica", aggiunge.
Poi nel salotto di "Porta a Porta", il capogruppo della Lega alla Camera, Giancarlo Giorgetti, ha detto: "Non stiamo trattando con M5s, stiamo sperando, ma magari è una speranza contro ogni speranza. Ma vorremmo aver tentato tutte le strade per un governo politico". "Non abbiamo offerto a Berlusconi ministri d'area: se dovesse nascere questo governo Salvini-Di Maio toccherebbe a loro garantire la rappresentanza dei ministri sulla base delle sensibilità presenti in Parlamento".