"Io ho detto la verità in questi
anni e le altre hanno raccontato il falso ai nostri danni, in
quanto erano pagate per farlo. E come è possibile, poi, che per
5 mesi ci sia stata una proposta di trattativa per risarcirci
della signora Mariarosaria Rossi e di colpo all'ultima udienza
c'è stata la nostra estromissione discutibile dal processo?".
Così Imane Fadil, testimone 'chiave' dei processi milanesi sul
caso Ruby, si è espressa sulla decisione di ieri dei giudici di
escludere, su istanza della difesa di Silvio Berlusconi, lei,
Ambra Battilana e Chiara Danese da parti civili nel dibattimento
sul caso Ruby ter con al centro le accuse di corruzione in atti
giudiziari e falsa testimonianza.
Fadil ha parlato anche delle trattative di questi mesi per
risarcimenti extragiudiziali alle tre giovani e che erano emerse
a settembre quando in aula le aveva rivelate la difesa della
senatrice di FI Rossi, stretta collaboratrice dell'ex premier e
imputata per falsa testimonianza. "La difesa Berlusconi ci
contatta il 4 luglio scorso - ha affermato la modella - per una
proposta di risarcimento per farci uscire dal processo, proposta
dalla quale si evince che Mariarosaria Rossi esprime la volontà
di pagare per tutti gli imputati, cosa che non si può fare a
livello legale. Lei, infatti, non essendo un ente assicurazioni,
poteva limitarsi a pagare solo per sé affinché io ritirassi la
costituzione di parte solo nei suoi confronti. In tribunale - ha
aggiunto - sapevano tutti di questa proposta prima che venisse
palesata in aula".
Fadil fa notare che "la giustizia ha affermato con varie
sentenze che io ho detto la verità" nel caso Ruby sulle serate
ad Arcore e che ha dovuto anche "respingere e subire tentativi
di corruzione". A differenza di quanto detto "dalla difesa di
Berlusconi - ha proseguito - noi, però, in 9 anni di questi
processi a Milano non abbiamo ricevuto un centesimo di
risarcimento, almeno parlo per me".
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