Un'ora di vertice a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio non sembrano aver risolto il doppio fronte che il governo giallo-verde è chiamato ad affrontare in queste ore: quello, più in chiave europea, della Sea Watch è quello, di politica strettamente interna, del voto in Giunta delle Immunità al Senato sul ministro dell'Interno per il caso Diciotti. La situazione, spiega una fonte della maggioranza a tarda notte, è "complessa" e a testimonianza di ciò c'e' il fatto che, al termine del vertice iniziato alle 00:30 a Palazzo Chigi non venga diramata alcuna nota, sebbene Conte abbia anticipato il rientro da Cipro proprio per incontrare i suoi due vice.
Del resto, sul fronte Sea Watch, se da un lato oggi emerge la disponibilità di cinque Paesi a prendere i migranti a bordo della nave, dall'altro ciò implica che queste persone sbarchino in Italia, laddove l'imbarcazione, al momento, resta al largo di Siracusa. E, con il passare delle ore, il rischio di un'incidente a bordo cresce.
C'è poi il fronte, più spinoso, del voto sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. L'assist di Conte - intervenuto per prendersi tutta la responsabilità della decisione de governo sulla Diciotti - ha di certo valore politico ma non può evitare che la Giunta prima, e poi l'Aula di Palazzo Madama si esprimano su Salvini. E la svolta del leader leghista, che oggi attraverso una lettera al Corsera ha di fatto chiesto di respingere la richiesta dei magistrati, ha mandato nel caos il Movimento, innescando l'irritazione di Di Maio. Un'irritazione che, neppure una presunta telefonata - riferita da alcuni fonti parlamentari - nel pomeriggio tra il leader del M5S e Salvini sembra aver placato.
La maggioranza del Movimento sposa la linea esplicata da Alessandro Di Battista: votare sì all'autorizzazione. Ma le perplessità restano, tanto che, la riunione serale tra Di Maio e i senatori M5S della Giunta si è conclusa senza certificare alcuna linea. "Dobbiamo studiare le carte", è infatti il messaggio emerso al termine della riunione pentastellata.
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