Con la Francia è una crisi senza precedenti. Dall'Italia arrivano "attacchi senza fondamento, dichiarazioni oltraggiose, inaccettabili ingerenze" non giustificabili con la campagna per le Europee. E Parigi dice basta. Dopo mesi di scontri dai toni crescenti, tweet di insulti, polemiche politiche e battute sul piano personale, la Francia ha deciso di richiamare per consultazioni il proprio ambasciatore a Roma, Christian Masset, "per qualche giorno". Per capirne la gravità, basti pensare che non accadeva dai tempi di Benito Mussolini, da quando il 10 giugno 1940 il Regno d'Italia dichiarò guerra a Parigi. Un precedente che dà l'idea anche della "grande preoccupazione" del Quirinale. +
Dall'Angola, dove si trovava in visita ufficiale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha cercato in giornata di mettersi in contatto con Giuseppe Conte, a sua volta in missione all'estero in Libano. In serata, il Colle ha fatto sapere dell'invito del capo dello Stato a "ristabilire immediatamente un clima di fiducia" e a "preservare i rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia" nei "reciproci interessi nazionali". Parigi, del resto, rappresenta il secondo partner commerciale dell'Italia, e viceversa. Stavolta la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'incontro nei giorni scorsi del vicepremier Luigi Di Maio con alcuni esponenti dei gilet gialli, il movimento anti-Macron, e in particolare con Christophe Chalencon, che l'Eliseo considera un insurrezionalista che incita al colpo di Stato, ad appiccare incendi e alla violenza contro i poliziotti.
Conte da Beirut e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, a Montevideo per la crisi venezuelana, hanno cercato di gettare acqua sul fuoco, assicurando che "il rapporto tra Italia e Francia non può essere messo in discussione" e ricordando "la profonda amicizia tra i due popoli". Il presidente del Consiglio ha poi cercato di giustificare la mossa di Di Maio: "Con i gilet gialli ha agito da capo politico del M5s", ma ha ammesso che con la Francia "c'è un confronto su immigrazione, cooperazione allo sviluppo anche con l'Africa dove è legittimo aprire un dibattito europeo". Anche i due vicepremier, Di Maio e Salvini, principali protagonisti dei duri botta e risposta con Parigi degli ultimi mesi, hanno reagito insistendo sull'"amicizia tra i due popoli", ma non hanno rinunciato, neanche oggi, a qualche stoccata contro Macron. Il capo politico dei Cinque Stelle ha rivendicato il suo "diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese", e ha attaccato: "E' Macron che si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle Europee".
Il suo sodale, Alessandro Di Battista, ha poi rincarato la dose tornando su uno dei temi di scontro, il Franco Cfa: "Più che l'ambasciatore in Italia, suggerisco a Macron di richiamare i dirigenti francesi che dettano ancora legge nelle banche centrali africane". "Non vogliamo litigare con nessuno", ha dichiarato, dal canto suo, il ministro dell'Interno, dicendosi "disponibilissimo" a incontrare il capo dell'Eliseo per affrontare le questioni sul tavolo, e cioè: "Stop con i respingimenti, stop con i terroristi italiani in Francia, e basta danneggiare i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore", ha elencato, riferendosi all'ultima polemica sollevata solo stamattina da una nota del Viminale. Dall'opposizione un coro di critiche con l'accusa al governo di isolare l'Italia in Europa. "Mi vergogno come italiano e come europeo", ha commentato l'ex premier Matteo Renzi ai microfoni di una radio francese, mentre il candidato alla segreteria Pd, Maurizio Martina, ha preso carta e penna per scrivere direttamente a Macron e denunciare "un governo scellerato", quello di Conte, con "ministri incompetenti" in cerca di visibilità. "Questo governo sta cancellando settanta anni di politica estera italiana, con danni ingentissimi che saranno prolungati nel tempo", ha sottolineato la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini.
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