"Non voglio entrare nel dettaglio della vicenda e del procedimento, pur avendo io difeso molte vittime del terrorismo. Ma è difficile credere a un pentimento dopo 40 anni: lo poteva fare prima, poteva rientrare prima in Italia e scontare la pena. Dal suo punto di vista personale, questo può diventare senz'altro un atto liberatorio, ma non c'è dubbio che, fatto adesso, questo gesto vada interpretato anche come una strategia processuale". E' la valutazione espressa dal penalista Walter Biscotti, che ha patrocinato le vittime del terrorismo in vari processi, interpellato dall'ANSA sulla decisione di Cesare Battisti di ammettere le proprie responsabilità di fronte ai pm, confessando in particolare i quattro omicidi per i quali è stato condannato in via definitiva, ma dei quali finora si era sempre detto innocente.
Il 22 marzo scorso la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha respinto l'istanza della difesa e ha stabilito che Battisti debba continuare a scontare la pena in isolamento diurno. Ma il nodo più importante da sciogliere riguarda l'ergastolo: il legale di Battisti ha chiesto che venga commutato in 30 anni di carcere. Il 17 maggio è prevista l'udienza che dovrà decidere proprio su questo punto. E' in questo quadro che si inseriscono le dichiarazioni fatte ora dall'ex terrorista dei Pac. "Credo che Cesare Battisti - spiega l'avvocato Biscotti - abbia fatto una confessione degli atti delittuosi da lui commessi per poter rientrare nei benefici previsti dalla legge del 1987 che consente la commutazione della pena e anche l'accesso ad altri benefici. La differenza è rilevantissima, perché accedendo a questi benefici Battisti può certamente prevedere prima del previsto una possibile libertà. Già il fatto che la pena dall'ergastolo possa passare a 30 anni, significa che può accedere ai benefici di legge quando ha scontato almeno metà della pena. E scontare metà della pena significa, concretamente, scontare 12 anni per avere i primi permessi".
Del resto, fonti qualificate vicine al dossier, fanno notare che in linea teorica le ammissioni fatte da Battisti possono incidere anche sul regime detentivo, allontanano per lui il rischio del '41bis', il carcere duro. Non solo. "Tra le pieghe della legge sulla dissociazione - aggiunge Biscotti - ci sono certamente altri benefici, come l'ammissione al lavoro esterno.
Moretti e molti gli altri brigatisti, essendosi dissociati hanno iniziato abbastanza presto a lavorare all'esterno del carcere, pur avendo avuto l'ergastolo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA