"Gli Schettino erano a Roma, non a bordo". Così, a Radio Capital, parla il senatore Gregorio De Falco facendo un parallelo fra il caso della nave affondata all'isola del Giglio e quello della Ong. "Cosa avrei fatto al posto della comandante Rackete? - afferma De Falco - Lei ha atteso fino in fondo, poi ha fatto quello che doveva fare". E se fosse stato nei panni delle forze dell'ordine? "Non c'è nessuna differenza tra consentire la nave all'andare all'ormeggio e lasciarla all'esterno o nel porto. Sono acque interne, quindi totalmente territorio italiano, non cambia niente", fa notare il senatore ex 5 stelle. Quanto al comportamento della comandante della Sea Watch: "Non credo che abbia infranto delle leggi. La convenzione di Amburgo è recepita nell'ordinamento italiano dal 1989, e ha un livello gerarchico superiore a quello che possono avere la legge ordinaria e le decisioni del governo. Quando queste convenzioni entrano nell'ordinamento italiano, condizionano e limitano la stessa sovranità del Parlamento, facendo in modo che nemmeno il Parlamento possa tornare indietro rispetto a quei livelli di civiltà. Una norma che fosse in contrasto, come pare essere il decreto sicurezza bis, con le convenzioni internazionali, dovrebbe essere considerata recessiva rispetto alle convenzioni internazionali che sono parte dell'ordinamento italiano".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA