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Il Def in Parlamento, test Senato per la maggioranza

Il Def in Parlamento, test Senato per la maggioranza

Occhi sui renziani, serve maggioranza qualificata per pareggio bilancio

07 ottobre 2019, 13:12

di Francesco Bongarrà

ANSACheck

L 'Aula del Senato (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'Aula del Senato (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'Aula del Senato (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le votazioni sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, in calendario per mercoledì prossimo al Senato e per giovedì alla Camera, rappresentano il primo test numerico il governo Conte bis, a quasi un mese dalla fiducia incassata a Palazzo Madama dalla maggioranza giallo-rossa.

Mentre alla Camera la maggioranza dovrebbe essere abbastanza tranquilla, al Senato i numeri conteranno in modo particolare: prima della Nadef, infatti, l'Aula sarà chiamata a dare il via libera dallo scostamento rispetto al pareggio di bilancio. Una votazione particolare, questa, per la quale viene richiesta una maggioranza qualificata pari alla metà più uno dei componenti dell'Assemblea, ovvero a 161 voti.

Alla prima fiducia, lo scorso 10 settembre, il governo Conte Bis incassò a Palazzo Madama 169 voti a favore, 133 no e 5 astensioni. Tra quelli a favore c'erano anche i senatori a vita Mario Monti, Elena Cattaneo e Liliana Segre. In teoria, far passare la Nadef non dovrebbe dunque essere un problema visto che la maggioranza può contare su otto voti in più rispetto a quelli richiesti. Tuttavia, rimane l'incognita di Italia Viva, il nuovo partito nato dall'addio di Matteo Renzi al Pd e che a Palazzo Madama può contare su ben 17 senatori con l'approdo al gruppo di Annamaria Parente.

Se i renziani, sulla base delle tensioni tra Italia Viva e il governo che hanno caratterizzato le ultime giornate di dibattito politico, decidessero di non votare la Nadef, il governo potrebbe contare solo su 152 voti di M5S, Pd, LeU e dei senatori a vita che già lo hanno sostenuto nella prima fiducia: voti che non sarebbero sufficienti a far passare l'ok allo scostamento dal pareggio di bilancio. Un rischio che però nessuno al momento sembra davvero temere.

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