Mario Draghi certamente "non avrà atterraggio facile in Italia. L'atterraggio in Italia non sarà assolutamente semplice perché dietro questa sua calma ha una sua forza ed è difficile tirarlo da una parte o dall'altra". Questa è la convinzione di Romano Prodi che ha parlato della figura dell'ormai ex governatore della Bce a "mezz'ora in +" su Rai 3.
L'ex presidente della Commissione ha sottolineato come Draghi non sia un "tenore" solitario. "Si ricordi che i grandi paesi non sono quelli che hanno grandi tenori, ma quelli che sanno cantare insieme", ha aggiunto.
Draghi era un vero interlocutore anche allora: i rapporti con Draghi e Ciampi erano centrali nella vita del governo. Si discuteva ma lui era un interlocutore", ha aggiunto Prodi. "Draghi ricordava la necessità di avere un bilancio in ordine e di adeguarsi alle direttive europee. Mai una tensione aperta. L'obiettivo era sempre comune. La formazione di una linea di governo deve essere costruita con la dialettica", ha proseguito. "Lui aveva un'idea chiarissima, salvare l'euro e difenderlo dalla speculazione e non è mai andato al di là delle regole Bce ma le ha usate tutte. L'obiettivo di Draghi era di una semplicità estrema. Era duro al Tesoro ed era duro nella presidenza della Bce. Draghi è riservato ma non è prudente, non va scambiata - ha sottolineato Prodi - la riservatezza con la prudenza"
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