A dieci giorni dal voto in Senato sul caso Gregoretti, per Matteo Salvini è arrivata una nuova richiesta di autorizzazione a procedere per il blocco di una nave di immigrati. La vicenda è quella della Open Arms, dell'agosto scorso. E' stato lo stesso leader della Lega a darne notizia via social attaccando le procure: "Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai" perché "sono tutti processi politici che non mi spaventano". Il tribunale dei ministri di Palermo gli contesta il sequestro di persona e l'omissione di atti d'ufficio.
Secondo i giudici, non solo c'è l'obbligo di prestare soccorso ma, per vietare lo sbarco, mancavano i presupposti previsti dal decreto sicurezza bis firmato proprio dall'ex ministro degli Interni, non c'era cioè motivo di ritenere che l'approdo potesse rappresentare un pericolo per l'ordine e la sicurezza. La decisione, sostiene l'accusa, fu presa individualmente da Salvini. Come in una storia circolare, la Open Arms anche in queste ore ha tenuto sul filo le autorità.
La nave della ong, con a bordo 363 migranti salvati nei giorni scorsi in cinque operazioni davanti alla Libia, ha lanciato appelli all'Italia e a Malta affinché indicassero un porto sicuro. "Anche quello è un sequestro? - ha chiesto Salvini in una diretta Facebook - Io sono un criminale, ma se lo fanno Conte o Lamorgese cos'è, un atto di interesse nazionale?". La soluzione è arrivata in serata, con l'autorizzazione del Viminale per lo sbarco a Pozzallo, dopo che la commissione europea aveva ricevuto la richiesta di coordinare la ripartizione dei migranti e si era messa in contatto con vari Stati. Sul fenomeno migratorio, ha spiegato il premier Giuseppe Conte parlando della visione del governo, "soluzioni nazionali, o peggio ancora nazionalistiche, non hanno chance di successo. Senza entrare nel "caso salvini". La migrazione richiede invece un approccio multi-livello europeo e internazionale fondato sui principi di solidarietà e di responsabilità condivisa".
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