L'Aula del Senato esaminerà le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede domani dalle 9.30. La replica del ministro sarà trasmessa in diretta tv. Lo prevede il calendario dei lavori dell'Assemblea di Palazzo Madama.
Se cade il governo "io credo che non ci sarà una nuova maggioranza, ma elezioni. Non credo a governi di unità nazionale, ad altre maggioranze. O si va avanti con questo governo o saranno elezioni". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico intervistato a diMartedì su La7.
"Io credo che domani non ci sarà nessun problema, la mozione di sfiducia verrà respinta a larga maggioranza", spiega ai cronisti il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. E a chi gli chiede se ci sia una partita di scambio tra il governo e Iv in vista della mozione al voto domani in Aula, D'Incà replica: "io credo che questo sia il momento di pensare al rilancio del Paese".
La capogruppo Iv alla Camera Maria Elena Boschi ha lasciato alcuni minuti fa Palazzo Chigi dopo quasi due ore. L'ex ministro renziano avrebbe avuto un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte anche se, al momento, manca una conferma ufficiale del colloquio. Boschi, prima di vedere Conte, era stata ricevuta dal capo gabinetto di Palazzo Chigi Alessandro Goracci. L'arrivo di Boschi a Palazzo Chigi cade a poche ore dal voto sulla mozione di sfiducia in Aula al Senato e dopo che Iv, nei giorni scorsi Iv aveva mandato il suo pacchetto di proposte al capo del governo.
"Sono 30 anni che ci chiediamo sempre se il governo tiene o traballa. Ciò che posso dire è che il governo è solido e domani in Parlamento, al Senato, dimostrerà tutta la sua solidità", afferma Luigi Di Maio in un'intervista sulle reti Mediaset a proposito della mozione di sfiducia verso Bonafede. Anche con i voti di Italia Viva?, gli viene chiesto. "Con i voti di coloro che hanno dato la fiducia a questo governo", è la risposta.
"Sono convinto che la maggioranza voterà compatta. Il ministro della Giustizia è il capodelegazione di M5S al governo ed è un ministro importante, se qualcuno nella maggioranza vota la sfiducia ovviamente è una sfiducia al governo, questo è evidente a tutti, ma sono convinto che non ci saranno sorprese". Così il capo politico M5S Vito Crimi a Skytg24 .
"La sfiducia al ministro Bonafede sarebbe una sfiducia a tutto il governo, in quel caso la crisi sarebbe inevitabile". Lo ha detto il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, a La Vita in Diretta. "Mi auguro - ha proseguito Boccia - che la mozione di sfiducia porti ad un dibattito, come è giusto che sia, e che ci siano chiarimenti. Ovviamente non mi auguro e non penso che il ministro sarà sfiduciato".
"IV? Possono recitare la preghiera 'non ci indurre in tentazione', il 'Padre Nostro', è una preghiera comune. Spero non si facciano tentare da una sfiducia, non avrebbe un significato per il Paese in un momento così difficile. Sono sereno, confido tutto si sistemerà dopo l'intervento del ministro", afferma a Rai Radio1, Un Giorno da Pecora, Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera. Con la sfiducia "Si apre una vera crisi senza dubbio, non c'è dubbio. Non è che si può pensare di sfiduciare il ministro della Giustizia e pensare che la cosa si concluda con una pacca sulle spalle", aggiunge.
Si tratta del primo test per la tenuta del governo nella fase 2. E' in vista di quella data che, in queste ore, Italia Viva sta alzando la posta, chiedendo un nuovo confronto con Giuseppe Conte al quale ha inviato il pacchetto di proposte sul programma di governo.
Iv chiede spazio, legando la sua richiesta alla possibilità che la mozione di sfiducia avanzata dalle opposizioni trovi anche il placet sei senatori renziani.
Possibilità sulla quale fonti di governo spiegano come, a qual punto, Matteo Renzi si prenderebbe la responsabilità della sua scelta. E' una partita a scacchi, insomma, che occuperà Conte da qui a mercoledì mattina, tanto da fargli rinviare l'intervento in Aula alla Camera da martedì a giovedì 21 sul tema delle riaperture. Nessuno, a Palazzo Chigi, per ora conferma un nuovo incontro tra il capo del governo e la delegazione di Iv. Anche perché, come spiega un membro del governo della maggioranza, "se vuoi presentare delle proposte non chiedi un incontro con il presidente del Consiglio ma con i tuoi alleati. Se vuoi incontrare solo Conte vuoi poltrone, non il sì alle tue proposte". Ma il pressing di Iv cresce di ora in ora e l'incontro alla fine, potrebbe esserci domani. "Per il nostro gruppo interverro' io in Aula.
"Domani ascolteremo il ministro Bonafede e valuteremo sulla base degli impegni che il ministro assumerà in quella sede perché mi sembra necessario produrre dei cambiamenti". afferma la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova in un'intervista ad Agorà su Raitre rispondendo a una domanda sulla sua posizione alla mozione di sfiducia al ministro Bonafede che sarà votata domani in parlamento. "Mi sono imposta di dare un contributo affinché il governo risolva i problemi - ha detto Bellanova - All'interno del nostro gruppo abbiamo posizioni diverse. Ci sono molte spinte a sostenere mozioni a partire da quella della Bonino. In queste ore ci si sta confrontando. Domani ascolteremo il ministro Bonafede e valuteremo".
I numeri sono ballerini e Italia Viva potrebbe essere decisiva", ha scritto ieri Renzi lanciando una sorta di sondaggio dalla sua e-news sull'operato di Bonafede. Nel merito dei contenuti due sono i temi chiave su cui Iv insiste: quella della giustizia (la prescrizione, in particolare) e il piano shock sui cantieri per la ripartenza economica del Paese. Sul secondo punto Conte ha messo in campo una contromossa, assorbendo, in linea di principio, il piano di Iv nel decreto su semplificazioni e investimenti al quale il governo lavorerà nei prossimi giorni.
Giorni in cui, dall'Europa, arriveranno anche le notizie decisive per la definizione del Recovery Fund. E la proposta franco-tedesca sui 500 miliardi di aiuti, in chiave interna, potrebbe dare una mano al premier: si tratta di trasferimenti a fondo perduto e quindi adatti a sostituire quei 36 miliardi che metterebbe in campo il Mes. Una simile ipotesi, in teoria, potrebbe porre Conte nelle condizioni di far votare il Parlamento sull'intero pacchetto specificando la non attivazione del Mes e aggirando la possibile frattura del M5S. Di certo, per il premier, inizia la fase più delicata. Il pressing di Confindustria non accenna a diminuire così come il rischio che le Regioni, sulle aperture, vadano in ordine sparso.
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