Chiudere in fretta e senza compromessi al ribasso. Il premier Giuseppe Conte in aula prima alla Camera e poi al Senato torna a ripetere come un mantra che l'accordo sul Recovery Fund va approvato entro luglio, assicura che il coinvolgimento delle Camere sarà massimo in questa "fase cruciale" e chiede il pieno appoggio del Parlamento all'impegno che sta portando avanti "per l'Italia in Europa". Poi il presidente del Consiglio sale al Colle per la tradizionale colazione di lavoro con il capo dello Stato Sergio Mattarella prima del vertice.
Quello di venerdì a Bruxelles sarà un Consiglio europeo "decisivo" per cui va ribadita la necessità che il passo deciso in avanti in direzione europeista e comunitaria mostrato in questi ultimi mesi non conosca battute d'arresto o addirittura retromarce". E' quanto ha auspicato il presidente Sergio Mattarella ricevendo oggi al Quirinale il premier Giuseppe Conte e alcuni ministri in vista del vertice Ue.
Il capo dello Stato, si è appreso, ha fatto gli auguri al governo auspicando una soluzione positiva per l'Italia.
Oggi alla Camera e al Senato via libera alle risoluzioni di maggioranza in vista dell'appuntamento europeo. Nel testo non si fanno espliciti riferimenti al Fondo Salva Stati.
"Riteniamo cruciale - ha detto Conte in Aula - che la decisione dell'Ue sia assunta entro luglio e non sia svilita da un compromesso a ribasso'.
Conte nel suo discorso non cita mai il Mes, altro nodo che mette a rischio la compagine di governo, così come non lo fa la risoluzione di maggioranza. Il Meccanismo Europeo di Stabilità "non è all'ordine del giorno", taglia corto il premier. Ma in aula, alla Camera come al Senato, si consuma la prima spaccatura. Iv vota con +Europa a favore del Mes, nonostante il parere negativo del governo alla risoluzione di Emma Bonino. Il Pd si allinea e vota contro, "perché non è questo l'oggetto del prossimo vertice", ma ribadisce di essere favorevole al suo utilizzo. La risoluzione comunque non passa. Il discorso di Conte davanti ai parlamentari è dunque tutto incentrato sul negoziato in corso. "È fondamentale - dice - che il risultato finale, quanto al volume e alla composizione ad ampia prevalenza di sovvenzioni, sia coerente con la proposta sul tavolo e che sia preservato il principio di un finanziamento straordinario e a lungo termine tramite debito comune europeo". Niente tagli cioè a quei 500 miliardi di sovvenzioni pensati da Angela Merkel e Emmanuel Macron per rilanciare l'economia europea piegata dal coronavirus. Niente tagli al fondo che i Paesi frugali, Olanda in testa, vorrebbero invece falcidiare, facendo crescere in proporzione i 250 miliardi di prestiti che bilanciano il pacchetto. Conte lo sa bene e spiega chiaramente quale sarà (almeno in chiaro) una delle linee che l'Italia intende seguire. Definisce i rebates, gli sconti cioè che l'Ue garantisce ad alcuni Paesi, "privilegi anacronistici", ma aggiunge: "Ogni nostra, anche parziale, flessibilità riguardo all'esigenza politica, per alcuni Stati Membri, di mantenerli non può che essere condizionata ad una piena e effettiva apertura da parte di quei Paesi ad un accordo rapido e di alto profilo sul Next Generation EU". Ma non sono solo i rebates a stare a cuore in particolare all'Olanda. Sul tavolo dei negoziati c'è anche il dossier dei cosiddetti paradisi fiscali in Ue, sul quale oggi è intervenuta la Commissione. Un tema che potrebbe spingere L'Aja ad ammorbidire di parecchio le sue posizioni . Il premier punta poi a sottolineare che l'Italia sarà in grado di cogliere l' occasione. Ed è qui che chiede unità.
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