Il 3 a 3 di questa tornata di Regionali è caratterizzato da un forte protagonismo dei presidenti eletti, le cui liste civiche risultano addirittura il primo partito nel Veneto di Luca Zaia e nella Liguria di Giovanni Toti. Ma è anche una tornata all'insegna del voto utile, determinante in Toscana e Puglia dove è stato significativo il voto disgiunto di molti elettori di M5s.
Il Movimento di Vito Crimi rimane su soglie modeste, lontano anni luce da quelle del 2018 e 2019, mentre il Pd non solo archivia la grande paura di perdere la Toscana, ma vi risulta essere il primo partito con il 34%, "mangiandosi" Italia Viva, ferma al 3,7% E' quanto emerge dalle prime proiezioni basate su un campione significativo di seggi scrutinati, mentre solo in nottata si avranno i dati definitivi.
Le due Regioni il cui risultato era politicamente più "pesante" erano Toscana e Puglia, governate finora dal centrosinistra e in bilico secondo i sondaggi. Infatti le rilevazioni davano il centrodestra sicuramente vincente in Veneto, Liguria e Marche, con il centrosinistra in grando di mantenere senza incertezze solo la Campania con Vincenzo De Luca. Rispetto al testa a testa che ci si aspettava tra Giani e Ceccardi in Toscana e tra Emiliano e Fitto in Puglia, le proiezioni hanno regalato il sorriso a Nicola Zingaretti: i candidati del Pd si stanno affermando con un distacco più marcato del previsto sugli antagonisti di centrodestra. Emiliano è al 46,1% rispetto al 37% di Raffaele Fitto, mentre Eugenio Giani è al 47,2% contro il 40,8% di Susanna Ceccardi.
In attesa dello scrutinio reale sembra essere stato decisivo il voto disgiunto di molti elettori di M5s, che hanno sì votato la lista del Movimento ma hanno votato come presidente i candidati con più chance di vittoria, cioè Emiliano e Giani. Infatti i candidati Governatori di M5s hanno ottenuto meno voti di quanto lasciassero pensare i sondaggi: In Puglia Antonella Laricchia si attesta all'11,9%, 3-5 punti meno delle aspettative, e in Toscana Irene Galletti non va oltre il 7,1%. Per altro in Puglia ha funzionato il voto di preferenza sui numerosissimi candidati al Consiglio regionale delle 15 liste che sostenevano Emiliano. Anzi quelle che si riferivano esplicitamente a lui, hanno ottenuto il 27,3%, ben 10 punti più del Pd.
E qui si inserisce il discorso delle liste del Presidente. In Veneto la Lista Zaia è al 47,3% annichilendo Lega (14,9%), Fdi (8,3%) e FI (2,6%). In Liguria la Lista di Toti sale al 22,1% rispetto al 16% della Lega, al 9,4% di Fdi e al 4,3% di FI. Cifre che proiettano i due governatori su una dimensione di leadership nazionale.
M5s risulta ininfluente nella vittoria o nella sconfitta del Pd in cinque regioni su 6. In Liguria l'alleanza M5s-Pd su Ferruccio Sansa ha fallito l'obiettivo, e in Puglia e Toscana la corsa in solitaria del Movimento non ha influito sulla vittoria di Emiliano e Giani. Invece nelle Marche se il 9,3% del pentastellato Mercorelli si fosse sommato al 37,6% del Dem Mangialardi, la partita con Acquaroli (47,3%) sarebbe stata aperta.
Tra i partiti con i risultati più deludenti, a fianco di Fi, c'è Italia Viva. Il partito di Renzi è bloccato al 3,7% nella sua Toscana, e i candidati Governatori non sono andati meglio: Scalfarotto al 2% in Puglia, Massardo al 2,8% in Liguria, Sbrollini sotto l'1% in Veneto.
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