I partiti alzano sempre di più l'asticella delle loro richieste e Mario Draghi - infrangendo la liturgia delle trattative che da sempre accompagnano la formazione dei governi - tace e conclude il suo giro di consultazioni con parti sociali e terzo settore. Non è noto quando salirà al Colle per sciogliere la riserva (e presentare la lista dei ministri) ma è ragionevole pensare che solo allora - da uomo delle Istituzioni che ha fatto della riservatezza la sua cifra - parlerà. Intanto, è stata cancellata la cerimonia per il Concordato prevista per il pomeriggio di venerdì.
L'incarico che l'ex Governatore ha ricevuto dal Colle è di lavorare ad un governo "di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica". Dunque senza lasciarsi ingabbiare dalle dinamiche dei partiti. Che tuttavia dovranno poi votare la fiducia e sostenere Draghi, quindi si aspettano fin d'ora che il premier incaricato dimostri la sua capacità mediatoria. Per questo Beppe Grillo e i 5 stelle - nelle ore di una crisi importante del M5s- attendono un segnale. Nel suo video-intervento notturno il Garante ha chiesto esplicitamente che Draghi "faccia in modo pubblico le dichiarazioni fatte a noi" nelle consultazioni, su green, recovery, ambiente, giovani.
Questo darebbe una spinta ai sì al governo, nel voto online su Rousseau al momento stoppato da Grillo per evitare drastiche spaccature. Il Garante chiede anche quello che in Francia già esiste e si chiama Ministero della Transizione ecologica (ma lo hanno anche Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi), un corpo a tre teste composto da Mef Mise e Ambiente.
Intanto Giorgia Meloni - mentre Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si incontrano nella nuova villa sull'Appia del Cav - nell'attuale scenario che vedrebbe Fi e Lega in maggioranza si troverebbe ad occupare da sola lo spazio dell'opposizione (con tanto di presidenza delle commissioni per legge o per prassi ad essa assegnate).
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