Il messaggio dei leader dei sette Paesi più industrializzati del mondo è chiaro e unanime: se la nave affonda annegano tutti, poveri e ricchi. In sostanza, dal Covid-19 non ci si salva da soli, nemmeno nell'emisfero più ricco se l'altra parte del mondo viene abbandonata a se stessa. Serve quindi accelerare nella produzione, distribuzione e inoculazione dei vaccini anche nei Paesi in via di sviluppo. In poche ore il vertice online del G7, che sancisce il debutto internazionale di Mario Draghi come presidente del Consiglio e di Joe Biden nella veste dell'amico ritrovato, ha così raddoppiato i suoi sforzi finanziari a favore dei programmi anti-Covid dell'Oms, Covax e Act-A, arrivando a 7,5 miliardi di dollari.
L'importo più imponente arriverà dagli Stati Uniti per un totale di 4 miliardi, l'Ue ha raddoppiato il suo contributo per 1 miliardo di euro e la Germania stanzierà ulteriori 1,5 miliardi. Anche l'Italia sta lavorando a un nuovo contributo da destinare all'Act-A. Solo davanti a uno schermo, Draghi saluta con una mano alzata e un sorriso libero dalla mascherina gli altri Sei, con cui in parte aveva già consuetudine di rapporti ai tempi della Bce, specialmente con la cancelliera Angela Merkel, mentre il canadese Justin Trudeau gli risponde col pollice alzato. E nel suo primo intervento da premier nel consesso dei Grandi, Draghi sottolinea il valore della salute come bene pubblico globale, che deve essere regolato da norme condivise e principi trasparenti: una priorità nell'agenda del G20 a guida italiana, che ha già in programma il Global Health Summit il 21 maggio a Roma, e che ora guarda con interesse alla proposta del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres di istituire una 'Task Force di emergenza G20' che sviluppi un piano vaccinale globale. Per l'Italia infatti l'accesso equo, universale e di massa ai vaccini è un imperativo non negoziabile. E mai come oggi, esercitare leadership significa essere solidali. Una leadership che Draghi intende esercitare anche nella sfida ai cambiamenti climatici, con la co-presidenza italiana della Cop26 insieme alla Gran Bretagna, e la Cop15 sulla biodiversità: due appuntamenti che il presidente del Consiglio ritiene cruciali per testare la comune capacità di risposta. Oltre ai nuovi fondi per il meccanismo Covax, la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato altri 100 milioni di euro in aiuti umanitari per la campagna di vaccinazione in Africa, mentre il presidente francese Emmanuel Macron aveva anticipato in un'intervista la proposta di destinare ai Paesi in via di sviluppo il 3-5% delle scorte occidentali.
Fare in fretta è l'imperativo, perché il virus va battuto sul tempo. Il capo dell'Eliseo ha quindi incalzato l'Europa e gli Stati Uniti a donare "il prima possibile" 13 milioni di dosi all'Africa affinché possa immunizzare, e mettere al sicuro, i suoi 6,5 milioni di operatori sanitari. Dai Sette arriva anche l'impegno a continuare a sostenere "una ripresa forte, sostenibile e inclusiva" delle economie fiaccate dagli effetti dalla pandemia e a "proteggere i posti di lavoro".
A fine vertice, il premier Boris Johnson, padrone di casa virtuale - che anche a distanza ha scambiato battute con Biden e ripreso scherzosamente la cancelliera per aver lasciato il microfono aperto quando non era il suo turno - ha apprezzato l'impegno di tutti sul fronte della lotta al coronavirus, ma anche l'unanimità nella condanna del "golpe militare in Birmania e della detenzione di Alexey Navalny in Russia" e nella rivendicazione del valore del ruolo unitario "delle democrazie". Infine il sostegno al Giappone, presente con un altro debuttante al G7, il premier Yoshihide Suga, a tenere le Olimpiadi di Tokyo, già slittate di un anno, "in modo sicuro questa estate come simbolo di unità globale nel superare il Covid-19".
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